Regionali e Governo, partita doppia
Regionali? La partita è sempre più aperta e un possibile accordo tra le forze di maggioranza sembra essere distante. Fino a qualche giorno fa sembrava che si fosse trovata la quadra, ma sono bastate la richiesta di arresto per il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, principale candidato del Pdl in Campania, e la possibile investitura di Massimo D'Alema a ministro degli Esteri dell'Ue, per riaprire tutti i giochi, permettendo addirittura a Silvio Berlusconi di approfittare della situazione per pensare ad un possibile rimpasto di governo. Ed è proprio la probabile nomina di Baffino a mister Pesc (politica estera e sicurezza comune) a destabilizzare lo scenario legato alle candidature alle Regionali del 2010. Una nomina che, come spiega l'eurodeputato del Pdl Amalia Sartori, «ha certamente trovato l'appoggio di tutto il Pse, ma che, nonostante Berlusconi la stia caldeggiando, non piace al Ppe che preferirebbe fosse uno dei Paesi Ue in cui ha vinto la sinistra a nominare il ministro». Una critica che trova spiegazione nel fatto che, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il ministro degli Esteri dovrà essere nominato tra i 27 componenti della Commissione che attualmente conta di 14 rappresentati del centrodestra e 13 del centrosinistra. E qui si apre la questione politica: se l'Italia nominasse a rappresentarla un socialista questo ribalterebbe la maggioranza all'interno della Commissione. Al tempo stesso quel posto verrebbe sottratto ad Antonio Tajani per il quale Berlusconi vedrebbe già una candidatura alla Regione Lazio sottraendola a Renata Polverini. La segretaria dell'Ugl infatti, sostenuta da Gianfranco Fini, sembra non piacere troppo agli ex forzisti che la accusano di apparire troppo in televisione. Ma è Sergio Berlato, eurodeputato del Pdl proveniente dalle fila di An a ipotizzare uno scenario alternativo, nel caso in cui Tajani decidesse di tornare in Italia e D'Alema non riuscisse nel suo intento: «Tajani potrebbe anche ricevere un incarico all'interno del governo, lasciando così il suo seggio in Europa o all'attuale ministro degli Esteri Franco Frattini oppure al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni». Ipotesi che semplificherebbero a Berlusconi il rebus legato alle Regionali. E qui entra in scena la Lega. «È risaputo — spiega Berlato — che la strategia di Bossi è quella di mettere le mani sulla Lombardia e, se Formigoni venisse in Europa, la strada sarebbe spianata. Poi, non nascondiamolo, quella Regione gli fa gola per due motivi: il primo perché è più influente del duo Piemonte-Veneto e, secondo, perché la maggioranza del Carroccio è lombarda e non vuole rendere troppo forte la Lega Veneta». Ma se Formigoni rimanesse dov'è ecco che, per il premier, si libererebbe il posto di Frattini, mandato in Europa, e quello del collega all'Agricoltura il leghista Luca Zaia, dato per favorito alla presidenza del Veneto. Infine, altra partita scottante è quella legata alla Campania. Cosentino ormai sembra aver perso quota e Fini avrebbe già presentato il suo elenco di alternative con in testa Pasquale Viespoli. Anche in questo caso però è pronta l'alternativa. Gli ex-Fi starebbero infatti caldeggiando la senatrice Barbara Contini, attuale responsabile, per il partito, degli italiani all'estero. Ma a guardare a quell'incarico c'è anche il ministro all'Attuazione del Programma Gianfranco Rotondi che, se venisse scelto, libererebbe un altro posto nel governo. Ora basta solo capire quale strategia adotterà Berlusconi considerando inoltre che, proprio ieri, la Camera ha dato il via libera al decreto legge che istituisce il ministero della Salute. Un'altra poltrona pronta per essere assegnata.