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Non esiste uno spazio per costruire al centro

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Ilnuovo movimento politico creato da Francesco Rutelli ha un nome — Alleanza per l'Italia — ma non ancora un simbolo, per il quale si è aperto un concorso telematico. Non ho alcun titolo, in verità, per parteciparvi anche perché dubito seriamente che ci sia uno spazio elettorale serio per costruire al centro, dove Rutelli si colloca, qualcosa che possa far saltare il banco del bipolarismo, per quanto forti siano le difficoltà degli schieramenti formatisi attorno al Popolo della Libertà e al Partito Democratico. Eppure la tentazione di suggerire un simbolo ce l'ho. È quello di una bambola: una matriosca, naturalmente tricolore, smontabile in altre più piccole, che messe l'una dentro l'altra appaiono e si credono più grandi. Piccole, anzi minuscole sono le parti politiche che, in uscita da vecchie o nuove forze politiche, hanno già aderito o sono attratte dalla nuova creatura dell'ex sindaco di Roma, tutte accomunate dal sogno del Centro, con la maiuscola. Ma piccole rimarranno anche le due parti che i rutelliani immaginano destinate a formare poi con l'Udc di Pierferdinando Casini un'altra matriosca ancora. Che tuttavia rimarrebbe sempre modesta rispetto alle dimensioni dei due partiti maggiori. Ai quali al massimo essa potrebbe offrirsi, di volta in volta, a livello locale e nazionale, o per sostituire qualcuno dei loro alleati o per ridimensionarne il peso. Di più francamente non vedo che cosa potrà mai fare quell'amalgama che ogni tanto si cerca di mettere insieme con la spropositata ambizione di scombussolare il bipolarismo. Oltre che piccole, le bambole del Centro prossimo venturo hanno l'inconveniente d'essere molto meno omogenee di quanto lascino credere, e molto meno attratte dalla fusione di quanto appaia. Più che unirsi, esse spesso finiscono per dividersi ulteriormente. Lo dimostra la stravagante uscita di Bruno Tabacci dall'Udc di Casini per fare il portavoce dell'Alleanza di Rutelli. Al quale proprio Casini, in prima persona, ha lanciato qualche giorno fa un segnale per niente accomodante, nonostante il sorriso ostentato davanti alle telecamere. Egli ha valutato la potenzialità elettorale dell'illustre e simpatico transfuga del Pd in due milioni e mezzo di voti, che aggiungendosi a quelli dell'Udc potrebbero fare cinque milioni. Ciò significa che al di sotto dei due milioni e mezzo di voti, o della frazione che si dovesse scegliere di sondare in qualche passaggio elettorale nei prossimi mesi, il povero Rutelli perderebbe potere contrattuale nei rapporti con Casini per una unificazione alla pari, e rassegnarsi a fargli solo da spalla.

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