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Crocifisso, è mobilitazione sia in Italia che in Europa

In fila a Roma per firmare contro la sentenza della Corte di Strasburgo

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Il dibattito che le pagine de il Tempo hanno aperto dopo la sconsiderata decisione della corte europea in merito al Crocifisso, ha sollecitato in alcuni parlamentari Pdl ma non solo, una proposta di legge (di cui sono primo firmatario) con cui si vuole dare il giusto significato, ai due simboli della nostra storia democratica e della nostra cultura comune, simboli che ne rappresentano la sintesi e i valori che sono la tradizione stessa della nostra Patria: il Crocifisso e il Presidente della Repubblica. Non è un'iniziativa clericale, ma la sottolineatura della indisponibilità a negoziare alcuni valori e i simboli che li rappresentano in cui siamo certi creda la stragrande maggioranza degli italiani. Il Presidente della Repubblica non è solo un uomo politico, ma costituisce l'incarnazione dell'unità d'Italia nonché della matrice democratica e pluralista della nostra Repubblica. Parimenti, il Crocifisso non è solamente simbolo religioso, e certamente anche in questo senso merita tutela legislativa, oltre l'ovvio e necessario rispetto che deve essere tributato a ogni simbolo religioso: il crocifisso è inoltre, per tutti, il simbolo delle nostre radici giudaico-cristiane, della nostra cultura, quella profonda che permea tutti le azioni della nostra vita. In un momento storico in cui talune correnti di pensiero ritengono che ogni valore, e, quindi ogni simbolo, possa essere "negoziabile" e abbia un significato sempre e solo "relativo", vorrei precisare e ribadire una scelta chiara che ritengo appartenga al sentire comune della nostra collettività: esistono infatti simboli che rappresentano valori essenziali, fondanti, non negoziabili. La Costituzione stabilisce l'immutabilità della forma repubblicana dello Stato e scolpisce, nella sua prima parte, una lista di diritti e di principi del tutto coessenziali alla vita e all'esistenza dell'Italia repubblicana. Il Crocifisso va mostrato in tutti gli uffici pubblici e in tutte le aule scolastiche in quanto rappresenta la tradizione giudaico-cristiana dalla quale sono scaturiti i vigenti diritti fondamentali, costituisce il crogiolo culturale nel quale si è formata la nozione stessa di libertà quale noi oggi la conosciamo: senza il cristianesimo, semplicemente, non esisterebbero le società "occidentali", non esisterebbe l'Italia. Mentre la Presidenza della Repubblica, è il simbolo della scelta esercitata dal popolo italiano il 2 giugno 1946. Oggi, per fortuna, tutti possono manifestare liberamente le proprie opinioni, su ogni argomento e qualunque esse siano: proprio quando ci si accinge ad esercitare tale fondamentale ed inalienabile diritto si accetta implicitamente un quadro giuridico e valoriale che trova i propri simboli nel Crocifisso e nella Presidenza della Repubblica. Per questi motivi, in ogni ufficio pubblico e in ogni aula scolastica devono essere presenti sia il ritratto del Presidente della Repubblica, il Tricolore e il Crocifisso: per dimostrare anche visivamente che l'autorità pubblica viene esercitata - e l'educazione viene impartita - nel nome dei valori non negoziabili di libertà individuale e di democrazia. Non resta che augurarsi che nel più breve tempo possibile anche il Parlamento europeo prenda dignitosamente posizione su un argomento per noi così caro e impontante.  

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