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Tabacci va con Rutelli. Casini applaude: «Giusto rafforzarlo»

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Saràuna riunione della direzione nazionale, lunedì prossimo, la prima occasione per discutere delle prossime mosse del Pd guidato da Bersani. Nel frattempo, i gruppi Democratici della Camera e del Senato sono alle prese con l'elezione dei rispettivi presidenti: scontata la riconferma di Anna Finocchiaro a Palazzo Madama, altrettanto scontato l'arrivo di Dario Franceschini a capo dei deputati al posto di Antonello Soro. Ma in queste ore, il gruppo dirigente del Pd tiene gli occhi puntati sui potenziali seguaci di Francesco Rutelli che potrebbero sfilarsi dal partito. Qualcuno, a Montecitorio (ne parla la «Velina rossa») comincia a inserire tra i possibili transfughi un pezzo da novanta come Walter Veltroni. Notizia, però, che viene seccamente smentita dall'entourage dell'ex segretario, che accusa l'agenzia vicina a D'Alema di propalare «bugie e veleni». Ma se l'addio del fondatore del Pd al suo partito è roba da fantapolitica, cosa fatta è la defezione del torinese Gianni Vernetti, fedelissimo di Rutelli, che segue quella del deputato-industriale Roberto Calearo. In partenza anche l'ex ministro Linda Lanzillotta. Vero è che molti rutelliani «doc» (valga per tutti l'esempio di Beppe Fioroni) sono restati nei ranghi del Pd ma la pattuglia degli amici di Francesco sembra destinata a crescere. Tra gli arrivi eccellenti nella galassia che ruota intorno a Rutelli, quello di Bruno Tabacci, proveniente dall'Udc di Casini. Il motivo della sua decisione, il riavvicinamento di Casini con Berlusconi. Rutelli si premura però di rassicurare Casini: la partenza di Tabacci, dice, «non va intesa come una sfida all'Udc, piuttosto è un passaggio che permetterà di rafforzare un progetto molto più largo e inclusivo». Ma Casini non sembra aver bisogno di essere raddolcito. Lui stesso dà il commiato a Tabacci dicendo che «è giusto rafforzare Rutelli».

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