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Stupore tra i colleghi: "E' stimato da tutti"

Raniero Busco durante i funerali di Simonetta Cesaroni, uccisa a coltellate nel 1990 in un condominio di Via Poma a Roma

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Lo sgomento e il dispiacere si leggono sui volti dei colleghi di Raniero Busco alla notizia del suo rinvio a giudizio. Il 44enne ora imputato per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, lavora, oggi come nel 1990, all'aeroporto di Fiumicino, come meccanico specializzato per Alitalia nella manutenzione degli aerei. Vent'anni di lavoro, durante i quali sembra però che l'uomo non abbia mai parlato di quella tragica vicenda, in cui perse la vita la sua fidanzata. Ieri all'uscita dal turno delle ore 15 del reparto «Avio1», erano in tanti infatti tra i suoi colleghi a non sapere ancora quale risvolto avesse preso la sua vicenda giudiziaria. Anzi, in molti non sapevano nemmeno che la giustizia lo vedesse ancora coinvolto nel delitto della sua giovanissima ragazza. «È una persona molto riservata e non ha mai detto una parola su quella tragedia – conferma in poche parole il signor Giovanni, appena uscito dal varco delle "tute verdi" della palazzina in vetro Alitalia di via Ferrarin, a due passi dagli enormi hangar dello scalo – Lo conosco da vent'anni e posso solo dire che è un gran lavoratore, un uomo gentile e molto disponibile sul lavoro. Ma di Simonetta io non gli ho mai chiesto nulla, né lui ha mai raccontato qualcosa». Il suo collega, raccolto sotto lo stesso ombrello, scuote solo la testa, senza riuscire a trovare le parole ma il suo dispiacere è evidente. «Stimato e capace», sono queste le due uniche parole che utilizzano per descrivere Busco dall'ufficio stampa di Alitalia, dopo aver consultato il reparto personale e i capireparto del 44enne, quasi sorpresi di avere, oggi come 20 anni fa, l'uomo tra i propri dipendenti. Tra gli impiegati che escono sotto la pioggia battente di Fiumicino, c'è infatti soprattutto stupore perché nessuno, se non tra i colleghi più vicini a Busco, sapeva che il suo nome era legato a quel noto omicidio, spesso sentito nei racconti dei telegiornali e nulla di più. «Certo che lo conosco», risponde infatti un altro addetto che poi però, di fronte al nostro racconto sulla vicenda giudiziaria di Raniero, si ammutolisce per alcuni secondi, incredulo; «non ne sapevo assolutamente nulla – continua poi - l'ho incrociato l'altro giorno perché abbiamo turni diversi, ma non ho mai saputo che avesse problemi del genere. Sono senza parole, mi dispiace moltissimo per lui perché è una persona gentilissima». «Ho sentito la notizia alla radio – conferma poi un altro operaio – e conosco solo di vista il signor Busco, ma mai avrei collegato il suo nome alla morte di Simonetta Cesaroni».

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