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Nella bozza Pdl: processi lunghi al massimo sei anni

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Èprimo pomeriggio quando Giulia Bongiorno arriva nell'ufficio di Fini a Montecitorio. Appunti alla mano, il legale e deputato Pdl vicino al presidente della Camera ha il compito di illustrare il testo messo a punto negli ultimi giorni dagli sherpa del centrodestra in materia giuridica. Un testo su cui si è discusso tanto, e che stamattina sarà al centro dell'incontro - si spera chiarificatore - tra Berlusconi e l'inquilino di Montecitorio. La bozza, a cui avrebbe lavorato in primis il legale del premier Niccolò Ghedini, è strutturata in quattro punti, quattro articoli messi nero su bianco che saranno poi inglobati nella riforma della giustizia. Stando alle prime indiscrezioni, tutto il ragionamento con cui si è sviluppata «la leggina» partirebbe dalla definizione della ragionevole durata dei processi. La bozza, a quanto pare, prevede infatti per i processi una durata massima di due anni in primo grado, due anni in appello e altri due in Cassazione, altrimenti si rischia la prescrizione. Dopo un pomeriggio passato a studiare le carte, rispetto al testo illustrato dalla Bongiorno, su alcuni punti Fini si sarebbe detto d'accordo, ma su altri restano numerose perplessità. Il testo, che dovrebbe confluire in un ddl da presentare in Senato su iniziativa parlamentare prevederebbe anche la cosiddetta «prescrizione breve». Ma stando alle indiscrezioni circolate nella maggioranza sarebbe proprio questo il nodo su cui la trattativa si sarebbe arenata, con il fermo no dei mediatori di Fini a tale ipotesi. Oltre alla già nota contrarietà dell'inquilino di Montecitorio alla norma che sanerebbe i contenziosi tributari vecchi di almeno dieci anni con una mini sanzione del 5% (condono a cui Berlusconi terrebbe molto per chiudere la partita personale di risarcimento all'erario di 400 milioni di euro). Nello specifico, la bozza prevede che, in caso di processi per reati con pene non superiori a 10 anni (salvo eccezioni dei reati più gravi), ciascuna fase del processo non possa durare più di due anni (sei in totale), altrimenti scatterà la prescrizione. Un punto, questo, su cui l'ex leader di An avrebbe già messo una serie di paletti per «migliorare il sistema giudiziario». Quindi più risorse e più organico proprio per mettere nelle condizioni migliori chi deve svolgere i processi. Ci sarebbe poi un altro punto che riguarderebbe una modifica alla legge Pinto che, approvata nel 2001, introduce un'equa riparazione per chi ha subito processi troppo lunghi: per la prima volta verrebbe esplicitato che il processo, per non essere ingiusto, ma in linea con le sollecitazioni del Consiglio d'Europa, non dovrebbe durare più di due anni per ciascun grado. Altro punto, quello sulla prescrizione sostanziale: si prevede il taglio di un quarto dei termini di prescrizione per i procedimenti pendenti relativi a reati di non grave entità commessi prima del 2 maggio 2006 e con pena non superiore a 10 anni. La bozza circolata ieri nel Palazzo non è confermata dai diretti interessati, ma neanche smentita. A questo punto si aspetta solo il difficile vis a vis di questa mattina.

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