«Vediamo se riusciranno a staccarsi da Di Pietro»
«Maquale apertura? No, no. Prima di parlare di apertura vediamo che succede. Anche perché, diciamolo pure, la sostanza vera non è il luogo del diaologo, ma la volontà a dialogare. Mi auguro che ci sia davvero questa disponibilità». È scettico Raffaele Fitto sulle parole del segretario del Pd. Bersani dice «pronti al confronto sulle riforme purché sia in Parlamento»? Il ministro per i Rapporti con le Regioni replica: «Ovvio, per qualsiasi tipo di riforma si va in Parlamento». Quindi ministro sono solo parole quelle di Bersani? «Non dico questo. È giusto auspicare un atteggiamento diverso rispetto alle chiusure precedenti. E ci sono temi sui quali è necessario dialogare. Mi sembra però che nell'opposizione il problema sia capire, a questo punto, se seguire Di Pietro e quindi fare muro a prescindere o se invece fare un'opposizione costruttiva». Subito dopo l'elezione del neosegretario, tutto il governo ha auspicato il dialogo con l'opposizione. A cominciare dal premier. «Da parte nostra, infatti, non possiamo che valutare in modo positivo le parole di Bersani. Ma dalle parole bisogna passare ai fatti. E di certo non è che se poi il dialogo non avviene, le riforme non vengono fatte. Anzi. Noi andremo avanti». Bersani ieri ha chiarito bene quali sono i punti su cui si dice disposto a confrontarsi in Parlamento. Tra questi, la nuova legge elettorale e le nuove norme sui costi della politica. «I punti di un'agenda del dialogo non li fa solo una parte. Ma devono essere stabiliti dai diversi interlocutori». E per voi il punto ora è la Giustizia. «Di certo questo è un tema che riguarda tutti i cittadini. E il fatto che la Giustizia oggi sia spesso usata per finalità politiche è davvero la scoperta dell'acqua calda. Ecco perché occorre intervenire e anche in tempi brevi». Sì, ma il tipo di intervento che avete in testa voi non corrisponde a quello voluto dall'opposizione, vedendo ancora in questa riforma solo una legge pro Berlusconi. «Temo che su alcuni punti sia davvero difficile trovare un punto di dialogo all'interno del Pd». Sempre a causa dell'Idv? «Non solo, anche all'interno dello stesso Partito democratico». Nel frattempo, la sensazione è che tutto sia secondario rispetto alla Giustizia, anche le Regionali. «Ma no. Il governo sta lavorando in modo adeguato per trovare una piattaforma comune su questa riforma. Sulle Regionali, si è atteso l'incontro di venerdì tra Berlusconi e Casini. E nei prossimi giorni arriveremo di sicuro alla definizione della griglia dei candidati». A proposito di Casini, lei è stato sempre uno dei sostenitori dell'apertura del Pdl all'Udc. Dopo venerdì, è un'apertura più difficile o più possibile? «Alcune posizioni restano diverse. Il mio augurio è che si possa ora attivare un percorso comune su alcune questioni». Torniamo alle parole di Bersani. Dica la verità, quanto secondo lei ha inciso il sostegno del governo alla candidatura di Massimo D'Alema a ministro degli esteri Ue? «Non lo so. Il governo, con grande senso di responsabilità ha espresso un giudizio positivo su un uomo non della propria parte ma di quella opposta. Questo denota l'approccio che ha il governo Berlusconi su questi temi». Quindi nessun nesso? «Guardi, se ad un nostro atteggiamento di responsabilità seguirà un atteggiamento di responsabilità del Pd non può che essere un fatto positivo, e noi lo verificheremo».