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Fini: così rischia il governo

Gianfranco Fini

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Tornano le scintille tra Fini e Berlusconi. Stavolta di mezzo c'è ancora Il Giornale. E soprattutto un editoriale del direttore Vittorio Feltri dal titolo più che eloquente: «Caro Fini, adesso parla chiaro». Segue una serie di critiche rivolte soprattutto al fatto che il presidente della Camera avrebbe come unico obiettivo quello di obiettare sulle scelte di Berlusconi, osteggiarle, frenarle. Il numero uno di Montecitorio non replica, non risponde ufficialmente. Ma che cosa pensi lo si può evincere da un piccolo commento apparso ieri pomeriggio sul webmagazine di Fare futuro, la fondazione di Fini. Si legge: «Vittorio Feltri è il Comunardo Niccolai del giornalismo politico. Un difensore che segna a ripetizione solo nella propria porta. Chissà se il presidente del Consiglio-editore è consapevole che un governo è come uno scudetto. Si può perdere a furia di autogol... E gli arbitri non c'entrano nulla». Chi non ha molta dimestichezza con il calcio potrebbe chiedersi chi sia questo Niccolai. Ebbene, il sito internet finiano allega anche un secondo articolo che ricorda la storia del difensore dei Cagliari che passerà alla storia per i clamorosi errori e per la straordinaria capacità di fare gol, ma sempre nella sua porta. Ma questo è il pallone. La politica non è più complessa. E segna un dato inequivocabile. Per la prima volta una fonte finiana (che sia Fare futuro o un editoriale del Secolo d'Italia) mette in discussione il governo. O meglio, per la prima volta spiega che avanti così e l'esecutivo rischia. Finora erano state sollevate critiche. Anche aspre. Battute. Considerazioni anche aspre rivolte a Berlusconi. Ma mai si era lanciato un allarme così forte e netto. Il commento ficcante del webmagazine, inoltre, non reca alcuna firma. Che nel gergo dell'ambiente ex An vuol dire che è direttamente riconducibile a Fini. Anzi, è assai probabile che l'abbia scritto il cofondatore del Pdl di suo pugno visto che il presidente della Camera, antico tifoso del Bologna, è un grande appassionato del calcio anni Settanta. Della gravità della situazione se ne rende conto subito conto Ignazio La Russa che dichiara in una nota: «Questa volta credo che il periodico on line di Farefuturo abbia proprio ragione.Quello de Il Giornale su Fini è un vero autogol. Ed è giusto anche il riferimento a Comunardo Niccolai che però, lo dico a Farefuturo web, giocava in nazionale perché era il migliore stopper italiano ma passò alla storia per i troppi autogoal. Sarebbe un peccato se anche Feltri venisse ricordato non per la sua innegabile bravura ma per il fuoco amico del suo giornale. È troppo chiedere più goal e meno autoreti?». La Russa, che certamente non uno stupido, riprende la dichiarazione finiana ma si guarda bene dal rimarcare la parte più importante, ovvero l'allarme sulla tenuta del governo. Non la prende bene invece Giorgio Stracquadanio, deputato berlusconiano che dirige un sito dal nome eloquente, Il Predellino, a cui non sfugge invece il fulcro della considerazione finiana: «Per una volta siamo d'accordo con FareFuturo quando scrive che "un governo è come uno scudetto. Si può perdere a furia di autogol". È per questo che ha perfettamente ragione Vittorio Feltri quando chiede di togliere dalla formazione e di svincolare il cartellino di chi tira volontariamente nelle propria porta, come fanno quotidianamente i tafazziani di FareFuturo». E Berlusconi? Ufficialmente nessun commento. Solo quanto filtra dalla riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl: «Dal caso Boffo in poi, mi sta creando solo problemi», avrebbe detto il premier. L'occasione la dà proprio La Russa che arriva a Palazzo Grazioli con sotto al braccio una copia del Giornale. Il premier, raccontano alcuni presenti alla seduta, non sarebbe piaciuto l'affondo nei confronti del presidente della Camera, prendendo le distanze dall'articolo. C'è chi assicura di aver sentito dire anche al Cavaliere che sarebbe pronto a chiedere al fratello Paolo di vendere il quotidiano. Vero o falso che sia i rapporti con Fini rischiano di precipitare proprio nel momento più delicato della legislatura.

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