E, aggiungo, da certe Procure e Tribunali che non si sentono autonomi e indipendenti se non promuovono e conducono azioni contro di lui.

IIsindacato delle toghe, si sa, ha già minacciato lo sciopero, mettendo nel conto la solidarietà dei soliti partiti o correnti più o meno al guinzaglio, ma il governo dovrebbe andare avanti lo stesso. Tuttavia l'editoriale del Corriere ieri è andato ben oltre l'incoraggiamento a «rilanciare l'azione liberale e riformista» per non deludere «quegli elettori che, sognando il cambiamento, lo hanno scelto perché anti-italiano» e non come, qualche volta appare, «arci-italiano». Al presidente del Consiglio l'editoriale del Corriere ha espresso apprezzamenti per le prove date di fronte alle emergenze dell'economia, della Campania e dell'Abruzzo, nonché in campo internazionale. E gli ha riconosciuto, come premessa di tutto, «il merito non da poco» di avere esordito elettoralmente nel 1994 sconfiggendo «la gioiosa macchina da guerra di Occhetto», allestita in tutta fretta dal Pds-ex Pci per raccogliere i frutti del nubifragio giudiziario abbattutosi sui vecchi partiti di governo. Di quella sconfitta, secondo Ostellino, non dovremmo essere grati a Berlusconi solo noi moderati, ma anche i post-comunisti. I quali, se fossero andati allora al potere, «non sarebbero approdati a un socialismo più democratico, anche se ancora pasticciato» come quello -par di capire- rappresentato, ma forse solo desiderato dal Pd ora guidato da Pier Luigi Bersani. Francesco Damato