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Blitz negli uffici di Marrazzo Al setaccio appunti e agende

Piero Marrazzo

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L'inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo mentre era in compagnia di un transessuale sarebbe solo all'inizio. I magistrati romani, infatti, hanno aperto un altro filone d'indagine per accertare se siano stati o meno utilizzati i soldi per le spese di rappresentanza della Regione per pagare gli incontri a «luci rosse». Non solo. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli stanno continuando a indagare per capire chi ha preso parte al tentativo di compravendita del video girato nell'appartamento di via Gradoli 96 (ancora non è chiaro se siano stati i carabinieri arrestati, lo spacciatore morto in un albergo sulla via Salaria, Gianguarino Cafasso, che gli indagati hanno detto che quel giorno fosse in casa, tanto che lo avrebbero anche perquisito). Queste verifiche, che stanno svolgendo i militari del Ros, potrebbero far finire sul registro degli indagati altre persone che a vario titolo sono rimaste coinvolte nell'inchiesta che ha portato alle dimissioni dell'ex governatore. Il reato che potrebbe essere contestato è quello di ricettazione. Diversi, infatti, i protagonisti che hanno avuto tra le mani il filmato, lo hanno visionato, hanno ricevuto richieste di denaro per l'acquisto dei 13 minuti di video e poi hanno scelto di non comprarlo. Nei loro confronti la procura di Roma ha puntato l'attenzione e da questi accertamenti non è escluso che nelle prossime ore possano essere iscritti sul «modello 21», il registro degli indagati. Intanto si allarga anche il numero di transessuali che sarebbero rimasti vittime di rapine da parte di due dei quattro carabinieri arrestati. I militari indagati sono stati riconosciuti da tre transessuali ascoltati dai carabinieri del Ros. Ieri, comunque, gli investigatori si sono presentati negli uffici in via Cristoforo Colombo. La perquisizione era legata alla verifica del ricatto ordito ai danni dell'ex governatore: ovvero, visionare appunti e agende di segreteria e qualsiasi elemento relativo a contatti con Marrazzo dei presunti ricattatori. Lunedì prossimo il Tribunale del Riesame dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di scarcerazione presentata dai quattro carabinieri coinvolti nel caso Marrazzo: a Regina Coeli sono rinchiusi i militari Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Testini. A seconda delle posizioni processuali, i carabinieri sono accusati di violazione di domicilio, concussione, rapina, violazione della legge sugli stupefacenti, ricettazione e omessa denuncia. Sono in corso anche accertamenti finanziari sull'ex presidente, che sarebbero mirati a far luce sulla questione degli assegni che Marrazzo avrebbe dato ai carabinieri «infedeli» lo scorso 3 luglio, il giorno in cui era in compagnia di Natalie. Assegni di cui l'ex governatore, come lo stesso ha riferito rispondendo alle domande dei magistrati, chiese al segretario di fare una denuncia di smarrimento. L'ipotesi di chi indaga è che tali assegni sarebbero stati dati da Marrazzo ai transessuali. Sul punto l'ex presidente ha dichiarato davanti agli inquirenti di non ricordare se ha dato «a Natalie degli assegni per pagare le sue prestazioni, assegni poi restituitemi in cambio di contanti». Infine, il vice presidente Esterino Montino ha sottolineato che «le spese effettuate sono tutte regolarmente documentate e ampiamente contenute nelle specifiche previsioni del bilancio vigente».

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