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Stallo nella maggioranza su Giustizia e Regionali

Umberto Bossi

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«Io ero qui, avrei fatto tardi. Ci siamo trovati d'accordo facilmente a rinviare di una settimana dato che c'è tutto il tempo possibile». Questa è la versione ufficiale. È lo stesso Berlusconi a darla, rispondendo ad alcuni cronisti all'Aquila: si provava a sondare il premier sulle voci insistenti secondo le quali il reale motivo del rinvio alla prossima settimana del vertice serale con Bossi e Fini sarebbero alcuni attriti tra i tre leader. I temi di discordia? La riforma della Giustizia e le Regionali. Il primo punto: nel Pdl si continua a lavorare per portare a termine la riforma, e anche in tempi brevi. Si procede anche sull'individuazione di un "lodo" che bypassi i processi Mills e Mediaset, e per cui ieri sera si è tenuta alla Camera una riunione ad hoc della consulta sulla giustizia capitanata dal legale Niccolò Ghedini. Il presidente della Camera continua su questo a porre le sue condizioni e da giorni i "boatos" in Transatlantico danno sicuro uno stop dell'area di An a qualsiasi progetto in materia di prescrizione. E non solo: c'è il freno di Fini anche su una norma legata ai processi tributari comparsa e poi sparita durante l'esame della finanziaria in commissione Bilancio. Obiettivo, secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza e di opposizione, quello di inserire una sorta di filtro per consentire a chi ha vinto i primi due gradi di giudizio nei processi tributari di bloccare l'eventuale terzo grado pagando il 5% del dovuto. Dall'altra parte le Regionali. «Ci serve tempo, ci vuole più tempo per stabilire come comportarsi con gli alleati», raccontano da ambienti pidiellini, motivando il rinvio del vertice Berlusconi, Fini e Bossi. Il summit era troppo a ridosso della riunione fissata per il tardo pomeriggio - del Cavaliere con i coordinatori nazionali, i capigruppo Pdl e il ministro Alfano proprio sulle Regionali. Il punto non è tanto quello di riempire le ultime caselle, quanto quello di stabile la linea di condotta da tenere soprattutto con Bossi, per niente intenzionato a mollare sulle regioni del nord. Ieri Berlusconi ha incontrato all'Aquila il presidente della Regione Lombardia. Nei giorni scorsi era tornata in discussione la candidatura di Roberto Formigoni. Al quale può essere destinato un incarico al governo. Ministero della Sanità in primis, ma anche il Viminale. Che però la Lega non vuole affatto mollare e il messaggio di Roberto Maroni, sulla possibilità che la Lega voti con l'opposizione, viene letto in tal senso. Il Carroccio però potrebbe anche cedere il Veneto e il Piemonte (andrebbero agli azzurri Galan e Ghigo) in cambio proprio del Pirellone. Altra ipotesi vede Antonio Tajani candidato alla presidenza della Regione Lazio (ma per questa casella è già pronta Renata Polverini) e Roberto Formigoni in Europa in qualità di commissario. Ed è proprio per districare la matassa che il Cavaliere ha deciso di incontrare Roberto Formigoni al quale sembrerebbe aver confermato la candidatura. Partita ancora aperta anche in Campania dove è comunque in pole position sempre Nicola Cosentino. Gia.Ron.

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