La rincorsa a Casini

Nessuna discesa in campo. Nessuna candidatura per le Regionali. Ed è lui stesso a sgombrare il campo dalle voci, sempre più insistenti negli ultimi giorni, secondo le quali il Pd avrebbe potuto puntare su di lui per la corsa "Regione Lazio". Lui è lo storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi che con una nota inviata a tutta la stampa ufficializza il suo no. Chiarendo di voler contribuire «in altro modo» alla vita della Regione anche in presenza dell'urgenza che si esca «dalla difficile situazione attuale e dall'abbassamento generale del tono del discorso pubblico». Il Partito democratico puntava su un uomo come Riccardi anche per avere il sostegno da parte dell'Udc per la corsa nel Lazio. A questo punto cambia lo scenario ed è quello che probabilmente dirà oggi pomeriggio il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini al neosegretario Bersani. E cioè che, in caso il Pdl dovesse candidare Renata Polverini, il loro sostegno potrebbe andare al centrodestra. Ipotesi su ipotesi, nomi su nomi. Il puzzle sulle Regionali si ingarbuglia sempre di più. Con entrambi gli schieramenti a lavoro per trovare la quadra. In casa Pdl, oggi è il giorno del tanto atteso vertice a tre: Berlusconi, Bossi e Fini. Un appuntamento di quelli che una volta erano prassi, ma che ormai non si vedevano dai tempi della vittoria alle ultime elezioni politiche. Insieme, i tre leader della maggioranza si ritroveranno a cena per cercare di "chiudere" sulle candidature per le Regionali. Ma è chiaro che, in un incontro del genere (dovrebbe tenersi a Montecitorio intorno alle 20.30), molti altri saranno gli argomenti di discussione: bisogna fare la riforma della giustizia (come vuole il premier), quella federalista (come vuole la Lega), capire se si va avanti da soli o se ci sono margini di dialogo con l'opposizione (come gradirebbe molto Fini). Priorità di governo che, inevitabilmente, finiscono per legarsi alla partita sulle Regionali. È lo stesso portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, a garantire che la quadra è «questione di ore» e che dunque l'incontro sarà decisivo. Per domani è già fissata una riunione dell'Ufficio politico del Pdl e venerdì il premier vedrà i vertici dell'Udc. I nodi restano sempre gli stessi. La questione settentrionale, innanzitutto, visto che la Lega reclama una grande Regione del Nord. Il Veneto, con ogni probabilità, dove dovrebbe correre il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia o, in alternativa, Federico Bricolo. Qualcuno insiste sulla possibilità che Roberto Formigoni lasci la guida della Lombardia per far posto a una candidatura del Carroccio, ma difficilmente il Governatore farà un passo indietro. Passo indietro che è invece richiesto a Giancarlo Galan: non poche, finora, le resistenze di quest'ultimo. E sempre al Nord il Carroccio reclama una seconda Regione: il Piemonte (dove potrebbe correre il capogruppo alla Camera Roberto Cota) o l'Emilia Romagna. Tornando al Lazio, si attende l'ufficializzazione per la corsa della Polverini. Un nome legato a doppio filo alla candidatura di Nicola Cosentino per la Campania. Se dovessero prevalere i malumori di una parte del Pdl (in primis il presidente della Camera) verso il sottosegretario dell'Economia la situazione potrebbe capovolgersi. E rispunta anche il nome di Antonio Tajani (in pole position nel caso di candidatura di Massimo D'Alema a ministro degli Esteri Ue). Non si esclude, che i tre leader stasera possano affrontare anche il tema delle alleanze, con la possibilità di ricercare intese con l'Udc. Berlusconi ne parlerà direttamente con Pier Ferdinando Casini venerdì, anche se la possibilità di trovare degli accordi appare davvero complicata.