Sulla par condicio si riaccende la battaglia con i Democratici
Obiettivo,modificare le regole della comunicazione politica radiotelevisiva. Via la par condicio, sì alla distribuzione degli spazi su base proporzionale, con un diritto di tribuna e, forse, gli spot a pagamento. Un testo presentato alla Camera dal responsabile nazionale del settore elettorale del Pdl Ignazio Abrignani, testo che Silvio Berlusconi appoggerebbe in pieno. Ma Gianfranco Fini è scettico sui tempi, e tra gli ex An c'è anche qualche dubbio sui contenuti. Nei giorni scorsi c'è stato, negli uffici di Montecitorio un incontro tra il presidente della Camera e Abrignani. Fini, a quanto si apprende, avrebbe espresso apprezzamento sul testo, pur confermando il suo scetticismo sulla possibilità che il testo venga approvato in tempo per le regionali di fine marzo. Ma tra gli ex An si sollevano dubbi anche sulla quota degli spazi per il diritto di tribuna che, secondo il testo presentato da Abrignani, spetta a tutte le forze politiche presenti in Parlamento, o almeno in una delle assemblee, oltre che all'Europarlamento. Troppo poco il 10 per cento degli spazi, si dovrebbe arrivare al 20. E poi ci sono gli spot a pagamento, principale elemento di accusa da parte dell'opposizione. Ecco perché ieri lo stesso Abrignani è arrivato a precisare che, «per togliere alibi alla sinistra, proporrò autonomamente un emendamento soppressivo del comma» che prevedeva la reintroduzione degli spot elettorali a pagamento sulle emittenti televisive nazionali. In ogni caso, osserva Italo Bocchino, vice capogruppo alla Camera, «sul testo bisogna riflettere e la riflessione è aperta». E un primo confronto ci sarà proprio oggi tra lo stesso Bocchino, Abrignani, e il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto. Sul testo intanto attacca l'opposizione. La priorità, sottolineano Roberto Zaccaria, Pd, e Pancho Pardi, Idv, è adottare una legge sul conflitto di interessi. Quanto alle modifiche della par condicio, «pensare di adottare un meccanismo proporzionale anche negli spazi così ridotti della par condicio è iniquo - osserva Zaccaria - e soprattutto consentire gli spot a pagamento significa avvantaggiare le forze politiche che hanno più fondi. E sappiamo tutti a chi ci riferiamo». Gia.Ron.