Trans e Marrazzo di nuovo dai pm
Nella vicenda degli incontri a «luci rosse» tra transessuali e personaggi famosi la procura di Roma è convinta che qualcuno non ha ancora raccontato tutto. Sia tra i carabinieri indagati, sia tra i brasiliani che sono stati ascoltati dai militari del Ros. Tanto che da oggi gli inquirenti ricominceranno a interrogare indagati e testimoni: tra questi, anche l'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, ripreso in un video girato con un telefonino lo scorso luglio. All'attenzione degli investigatori, anche la possibile esistenza di un secondo filmato, nel quale sarebbe stato ripreso per la seconda volta l'ex governatore. Ma di questo video ancora nessuna traccia. Da una parte ci alcuni dei carabinieri chiusi in carcere che puntano il dito contro il pusher dei transessauli, Gianguarino Cafasso, detto Rino: «È stato lui a consegnarci il video con Marrazzo alcuni giorni dopo il nostro ingresso nell'appartamento di via Gradoli». Solo che lo spacciatore è morto lo scorso settembre in un hotel che si trova sulla via Salaria mentre era in compagnia di un transessuale. Così gli inquirenti hanno deciso di ascoltare il suo avvocato: «Cafasso - ha dichiarato il penalista agli inquirenti il 29 ottobre scorso - mi disse che quel video gli era stato dato dai carabinieri e che il suo compito era quello di commercializzarlo». Agli atti dei magistrati romani c'è anche l'interrogatorio di due giornaliste che hanno riferito di aver incontrato Gianguerino Cafasso per visionare il filmato che ritrae l'incontro tra il transessaule e Marrazzo. Tra i punti ancora coperti da un velo di mistero, l'irruzione dei due carabinieri nell'abitazione di Natalie in via Gradoli 96 e il tentativo di vendere il video con Marrazzo durante atteggiamenti intimi con il trans. Alcune delle persone che sono state contattate per fargli acquistare il filmato hanno dichiatato agli inquirenti che erano immagini non pubblicabili e che quindi non era loro interesse comprarlo. Non solo. All'attenzione di magistrati Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli anche la droga che si vede nel video «incriminato». Chi l'ha messa sul tavolino nella casa del trans? Chi l'ha portata? E anche, chi l'ha venduta alla persona che poi materialmente l'ha «stesa» sul tavolo? All'esame degli investigatori, anche i soldi che giravano in quell'abitazione i primi di luglio, quando cioè è stato sorpreso Marrazzo dai due carabinieri. Quanti erano e di chi era quel denaro? Erano cinquemila euro, oppure 15 mila come riferito da alcuni testimoni, il fotografo Max Scarfone e il giornalista Giangavino Sulas? Non è stato, comunque, neanche abbandonato il filone d'inchiesta che ha portato al brutto affaire Marrazzo: il traffico di cocaina dalla Toscana al Lazio. Insomma, nella vicenda che ha portato alle dimissioni del numero uno della Regione Lazio, le domande alle quali devono ancora dare una risposta gli inquirenti sono molte, tanto che tra oggi e domani saranno interrogati nuovamente tutti i personaggi, indagati e teste, che sono coinvolti, a vario titolo, in questa storia. Tra questi, anche Brenda, uno dei transessuali indicato come frequentatore di Piero Marrazzo. La sua audizione è legata anche alla verifica dell'esistenza del secondo video in cui apparirebbe l'ex presidente della Regione Lazio.