Regionali, il nodo Nord blocca le trattative
C'è chi ha già pronta la bottiglia di spumante in frigo, chi di fatto ha già cominciato la campagna elettorale. Il quadro delle Regionali sta per essere completato e ufficializzato, con alcuni candidati praticamente già chiusi. Non tutti però. Certi i nomi delle Regioni del centro-sud (Scopelliti, Cosentino, Dambruoso, Polverini). Mentre resta sul tavolo la questione nord, ingarbugliata nelle ultime settimane dal pressing del Carroccio per Veneto e Piemonte e dalle recenti vicende giudiziarie piombate sulla Regione Lombardia: l'arresto dell'esponente del Pdl pavese Rosanna Gariboldi, moglie dell'ex assessore regionale Giancarlo Abelli, vicecoordinatore nazionale del Popolo della Libertà ha creato, infatti, più di qualche malumore nella realtà politica meneghina. Questa settimana dovrebbe essere quella decisiva, con l'ufficializzazione giovedì prossimo della lista dei candidati. Le Regioni al voto. Si torna alle urne in ben 13 Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. La data annunciata dal ministro Maroni dovrebbe essere quella del fine settimana del 28 marzo. Anche qui, condizionale obbligatorio. Perché, come spiegano dal settore elettorale del Pdl, ci potrebbe essere il problema Pasqua, in calendario l'anno prossimo nel weekend successivo alle elezioni. Motivo per cui «sicuramente molti partiranno per le vacanze. Forse sarebbe meglio tornare all'idea originale, quella di votare il 21 e il 22 marzo». La matassa Nord. Si diceva, restano i problemi sui candidati delle Regioni settentrionali. Il Pdl ne discuterà giovedì nella riunione dell'ufficio di presidenza, il tutto mentre proseguono i contatti anche con la Lega. A sciogliere gli ultimi nodi sarà di certo il vertice tra Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e Gianfranco Fini, che potrebbe tenersi già domani se gli impegni dei tre leader lo permetteranno. Il tutto ruota ancora intorno alle due Regioni chieste dalla Lega (Veneto e Piemonte con i nomi di Luca Zaia e Roberto Cota). Compreso le voci di un possibile rimpasto di governo, subito dopo il voto. C'è però un'altra questione che si sta aprendo in queste ore, il caso Lombardia. Regione dove, tutto il Pdl a cominciare dal presidente del Consiglio, ha sempre confermato la candidatura di Roberto Formigoni. Succede ora che le recenti vicende giudiziarie, con al centro alcune persone vicine al governatore lombardo, avrebbero rimesso le carte un po' in gioco. «Formigoni ne esce indebolito, e anzi si teme uno scandalo sul suo conto», spiegano fonti di maggioranza. Fosse davvero così, è chiaro che il quadro cambierebbe nettamente. Ecco perché, da giorni, all'interno dei palazzi della politica, si parla della possibilità di dare la Lombardia alla Lega (insistenti le voci su Maroni) lasciando in questo caso il Piemonte invece al Pdl (la scelta cadrebbe sul'azzurro Enzo Ghigo). Il Sud completato. Sebbene il quadro sia sicuramente più nitido rispetto al Nord, l'unica Regione davvero certa continua ad essere la Calabria, dove sarà candidato l'attuale sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti. Quasi sicura sembra essere la scesa in campo del magistrato barese Stefano Dambruoso. Nel Lazio la candidatura di Renata Polverini viene ormai data come blindata, facendo così salire le quotazioni di Nicola Cosentino per la Campania. Un primo tavolo di confronto sul caso Lazio sarà aperto oggi in una riunione della Consulta per Roma Capitale, «non sarà la sede della scelta», precisa il sindaco Alemanno «ma solo un primo giro di orizzonte». Il ritorno del premier. Anche oggi sarà, per il presidente del Consiglio una giornata milanese. Stasera forse potrebbe vedere, in uno dei soliti incontri del lunedì sera, il leader del Carroccio Umberto Bossi. Per tornare poi domani nella Capitale. Tranne una possibile tappa all'Aquila mercoledì, il Cavaliere ha intenzione di dedicarsi completamente alla griglia delle Regionali, in vista della riunione di giovedì. Anche perché, come ha detto ai suoi fedelissimi in questi giorni, «bisogna mettersi a lavorare sulla campagna elettorale».