Natalie: "Vi racconto cosa è successo quel giorno a casa mia"
«Era fine giugno tra le 15 e le 17. Io ero con Piero e a un certo punto sono arrivati due carabinieri in borghese, Carlo e Luciano. Hanno bussato, credevo fosse una mia amica». Questo uno dei passaggi dell'interrogatorio che il trans brasiliano Natalie ha reso agli inquirenti che indagano sul ricatto all'ex governatore della Regione Lazio. Natalie spiega che si trovava nell'appartamento di via Gradoli al numero 96 e racconta l'irruzione che Carlo Tagliente e Luciano Simeone, i due carabinieri in carcere per il ricatto a Marrazzo, fecero durante l'incontro. «Avevo detto a loro - si legge nel verbale ora depositato agli atti del Riesame che il 4 novembre prossimo dovrà decidere sulla richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere per i quattro carabinieri arrestati - che non avevo clienti ma Carlo e Luciano sono entrati dicendomi che ero con qualcuno che a loro interessava molto vedere». Natalie descrive la situazione che i due carabinieri avevano trovato nel suo appartamento. Si tratta di dichiarazioni che il trans aveva già fatto ad alcuni organi di stampa che avevano intervistato il trans nei giorni scorsi. «Piero stava nella stanza - continua Natalie agli inquirenti - era in mutande bianche. Loro mi hanno obbligato a uscire sul balcone. Ero lì fuori e si sono parlati per circa venti minuti. Poi sono tornata nella stanza e ho sentito che minacciavano Piero dicendo che se lo avessero portato in caserma lo avrebbero rovinato dato che stava con un transessuale. Ho sentito che uno dei due voleva cinquantamila euro, e altri cinquantamila li voleva l'altro ma Piero non aveva quei soldi». Tra gli atti depositati al Riesame vi è anche la testimonianza dell'avvocato di Gianguerino Cafasso, il tossicodipendente deceduto nello scorso settembre, che, secondo i carabinieri arrestati, avrebbe dato lui ai militari il video oggetto del ricatto. Il suo avvocato ha smentito questa tesi. «Cafasso - ha detto il legale agli inquirenti il 29 ottobre scorso - mi disse che quel video gli era stato dato dai carabinieri e che il suo compito era quello di commercializzarlo». Agli atti degli inquirenti vi è anche, a tal proposito, l'interrogatorio di due giornaliste di Libero che hanno riferito di aver incontrato Gianguerino Cafasso per visionare il filmato che ritrae l'incontro tra il trans e Marrazzo.