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Marcegaglia: "Tagliare la spesa pubblica improduttiva"

Emma Marcegaglia

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CAPRI - «E' possibile coniugare rigore e sviluppo, superare le contrapposizioni tra il partito della spesa e chi reclama la sorveglianza stretta dei conti pubblici. La soluzione sta nel taglio della spesa improduttiva». Dalla platea del convegno di Capri dei giovani imprenditori, la presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, indica al governo la strada da percorrere per superare i contrasti e le polemiche attorno al tema della spesa. Dati alla mano la Marcegaglia sostiene che con tagli alla spesa pubblica si possono risparmiare almeno 15 miliardi. Da alcune ricerche sugli acquisti della pubblica amministrazione, emerge che, «se si tornasse ai livelli del Duemila, i risparmi sarebbero di circa 11 miliardi. Il che non significa penalizzare i servizi ma eliminare rendite e privilegi che si sono accumulati negli anni». Come procedere? La Marcegaglia lancia alcune proposte: accorpando alcune prefetture e province si avrebbero risparmi per 4 miliardi, con una giustizia migliore altri 2 miliardi per non parlare dei benefici che si avrebbero dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Ma è la sanità il settore su cui bisogna agire senza esitare cominciando a introdurre il meccanismo dei costi standard. Questo consentirebbe, afferma la presidente di «eliminare lo scandalo nazionale per cui una prestazione a Reggio Calabria costa quattro volte di più del Nord ma ha una qualità inferiore». E non basta. Bisogna colpire chi è responsabile dello sfascio, «ovvero gli amministratori locali che vanno mandati a casa e non devono essere più rieleggibili». Insomma, «il Paese deve uscire dalla trappola in cui la spesa pubblica si mangia le risorse che possono essere investite altrove, occorre un cambio di passo». Per la Marcegaglia non c'è tempo da perdere e bisogna avviare subito la staglione delle riforme «abbandonando le incomprensioni e gli scontri. La dialettica è importante ma arriva un momento in cui bisogna unire le forze e affrontare riforme anche impopolari». La presidente insiste sulla criticità della congiuntura economica. Se è vero che il peggio è alle spalle e che l'emergenza è stata fermata, è anche vero che stiamo entrando in una nuova fase altrettanto difficile. Si apre uno scenario complesso». La disoccupazione e l'alto debito pubblico sono problemi più gravi. C'è poi la questione del Mezzogiorno. «Occorre una classe politica che non sviluppi clientele e malaffare. I fondi Fas non vanno distolti in mille rivoli, in piccoli progetti locali ma concentrati in pochi obiettivi: sicurezza, scuola e innovazione. La Marcegaglia quindi chiede di trasformare una parte dei fondi Fas in credito d'imposta. Ben venga anche la Banca del Sud purchè però si «muova in logiche di mercato e non sia il solito carrozzone». La Confindustria attende infine il varo del fondo per la capitalizzazione delle imprese, promesso dal ministro Tremonti, costituito da risorse pubbliche e private. Dalla Marcegaglia arriva anche la richiesta di lavorare per una politica dell'immigrazione che porti a una maggiore integrazione dei flussi migratori. «È importante che l'Italia si ponga come leader del processo di sviluppo dell'area del Mediterraneo e perchè ciò sia possibile occorre lavorare sulle reti infrastrutturali per avere maggiore interconnessione tra l'Italia l'Europa e l'area mediterranea».

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