«Inchieste precedenti alla politica Il presidente fa bene a non cedere»
.Anche perché, non dimentichiamolo, ha un mandato degli elettori di governare questo Paese. E questa è una realtà». Non ha dubbi e usa toni secchi Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia alla Camera. Da esponente della Lega, rimarca che questo «è il governo del fare. Per questo - dice - mi sembra che le sue affermazioni siano corrette. Io l'ho detto più di una volta anche in Commissione...». Cosa, che il premier fa bene a non dimetteresi in caso di condanna? «Che tutte le vicende processuali che lo vedono coinvolto sono antecedenti al suo ingresso in politica. Gli italiani lo sanno, e conoscono bene tutte queste storie». C'è da dire però che il fronte Giustizia resta ancora un campo minato per la maggioranza. Basta vedere quello che è successo negli ultimi tempi. «Ci saranno ancora delle strumentalizzazioni. Lo abbiamo visto con il caso Mills. Ma voglio comunque rimanere dalla parte del garantismo, e quindi augurarmi che alla fine le cose andranno nel verso giusto». Il premier attacca e parla di «pm comunisti». L'Anm è pronta a scioperare. Una matassa che sembra sempre più ingarbugliata. «Beh, io non voglio fare di tutta l'erba un fascio. Ma ormai non ci scandalizziamo più quando si parla di pm politicizzati. E anche questo è sotto gli occhi di tutti. Ho sentito tante volte, in questi giorni parlare di "delegittimazione dei pm". Ma non è colpa della politica. Piuttosto, è colpa di alcuni magistrati che commettono errori e che però non hanno mai commesso sanzioni per questo». Subito dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Consulta, la maggioranza ha accelerato sulla riforma della Giustizia. Sono circolate voci di "leggi e leggine" concepite ad personam per il premier. «Faccio innanzitutto una premessa: le riforme non si fanno contro qualcuno o, meglio, per la bocciatura del lodo Alfano. Si fanno per gli interessi dei cittadini. Detto questo, tutto quello che è circolato in questi giorni è solo gossip. Non è stato presentato alcun testo dal ministro Alfano. Ci sono delle idee, per un pacchetto davvero cospicuo. Ma nulla di ufficiale. Stavolta, comunque, speriamo nella collaborazione dell'opposizione, che lasci perdere la contrapposizione politica». E si arrivi quindi a collaborare? «La maggioranza ha espresso la volontà del dialogo. La condivisione è fondamentale. Aggiungo però un altro elemento: spero si possa applicare sulle prossime riforme il metodo del federalismo fiscale, votato anche dall'Idv. Basta con un'opposizione basata solo sugli attacchi alle vicende personali del premier». Dopo l'elezione di Bersani, Pdl e Lega hanno proposto il diaologo. Pura strategia? «Questa doveva essere la legislatura delle riforme condivise. Lo aveva detto Veltroni proprio presentando il Partito democratico. Abbiamo visto tutti che fine ha fatto Veltroni. A questo punto speriamo che Bersani agisca non sotto ricatto dell'Idv». Capitolo Regionali. Questa sarà la settimana decisiva: il Pdl dovrebbe completare il puzzle dei candidati. Intanto, la Lega ottiene quanto chiesto. Per molti, preteso... «La Lega è l'elemento di stabilità di questo governo. Non è questione di pretese. Ma semplicemente di mantenere la parola data ai nostri elettori. Quindi, rivendichiamo la presidenza di due regioni al nord». Veneto e Piemonte? «Esatto». Per fare questo però, spesso il suo partito risulta scomodo, anzi a detta di molti, «rompiscatole». Da qui gli attriti sul caso Tremonti, Giustizia, Regionali. Anche qui: strategia del Carroccio? «Guardi, anche qui polemiche enfatizzate. Le decisioni vengono prese in assoluta condivisione. Non ci sono scontri. Ripeto, noi abbiamo degli obiettivi e lavoriamo per portarli a casa».