Fazio rassicura: "L'influenza A è meno aggressiva della stagionale"
«Il virus dell'influenza A è dieci volte meno aggressivo dell'influenza stagionale», forse anche molto di meno, decine di volte meno mortale. A rassicurare l'Italia dove la pandemia è decisamente arrivata, è il vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio. Il Belpaese, del resto, nonostante la crescita esponenziale dei casi di Nuova Influenza registrata negli ultimi giorni, non è entrato nel panico. E anche se le scolaresche sono state decimate soprattutto alle Elementari e Materne (il virus A colpisce i più piccoli) la reazione dei genitori sembra essere uguale a quella per qualsiasi altra influenza. «I dati comunque, seppur rassicuranti - aggiunge Fazio - sono insufficienti e bisognerà aspettare le prossime settimane quando A H1N1 raggiungerà il suo picco per capire realmente cosa il mondo sta affrontando». Insomma niente allarmismi ma non abbassiamo la guardia. Del resto qualche problema c'è. Infatti mentre il numero di casi cresce, in tutta Italia si accende la polemica sui ritardi da parte di alcune regioni che ancora non hanno efficacemente avviato la vaccinazione. «Io avevo detto al ministro, in tempi non sospetti, che di fronte ad una pandemia anche l'uniformità gestionale doveva essere garantita dal Governo. Ma nelle sedi istituzionali, il mio assist al Governo a centralizzare la gestione della pandemia non era stato recepito. Io in Toscana la mia parte l'ho fatta e il sistema funziona» ha spiegato l'assessore toscano alla Salute e coordinatore degli assessorati regionali alla sanità, Enrico Rossi, replicando così al viceministro che parlando del ritardo nell'arrivo dei vaccini, aveva detto «ciò dipende dalla strutturazione regionale della nostra sanità». Per Rossi «per contrastare in maniera efficace la diffusione del virus A accanto al federalismo serve un'efficiente centralismo. Anzi, in questo caso il federalismo può essere un'aggravante pericolosa. Le regioni sono tutte disponibili a collaborare». Sarà, comunque, la Lombardia la prima regione italiana ad avviare la vaccinazione contro l'influenza A anche per le donne incinte e per i pazienti a rischio. Un secondo primato che segue quello del 14 ottobre scorso, quando la Asl Città di Milano vaccinò il primo cittadino italiano contro il virus A H1N1, un operatore sanitario. Le vaccinazioni partiranno contemporaneamente in tutte le Asl della Regione lunedì prossimo a cominciare dalle donne gravide e i bambini tra 6 mesi e 17 anni appartenenti alle categorie a rischio per patologie, nonchè i bambini tra 6 e 24 mesi nati pre-termine. Successivamente gli adulti con meno di 65 anni appartenenti alle categorie a rischio. Concludiamo con i dati. Dopo la giornata di giovedì, la più luttuosa in Italia con 4 morti che ha portato il bilancio totale a 11 decessi, lo stesso Fazio, ha sottolineato «il carattere leggero di questa influenza, che sino ad oggi ha fatto undici morti su 400 mila casi stimati, mentre lo scorso anno la stagionale ha fatto 8 mila morti su 4 milioni di casi». La mortalità dell'influenza A/H1N1, ha aggiunto Fazio è stata pari allo 0,03 per mille, contro il 2 per mille di quella stagionale. Una differenza notevole e rassicurante, che vede il virus pandemico uccidere decine di volte meno di quello stagionale. In fondo non è detto che sia solo virus A. «In questo momento gli italiani comunque sono a letto oltre che per l'influenza A, anche per almeno altri 10 virus para-influenzali. Alcuni, come l'H1N1, aggrediscono le vie respiratorie, altri l'apparato digerente» ha affermato Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di igiene dell'università del Sacro Cuore di Roma.