Dopo il via libera della commissione Bilancio del Senato alla Finanziaria il match interno alla maggioranza sul taglio dell'Irap si sposta in Aula.
Apartire da mercoledì prossimo, infatti, la manovra sarà all'esame dell'Assemblea di Palazzo Madama e gli emendamenti sull'abbattimento della tassa, compreso quello del costo di 4 miliardi e frutto di un'intesa tra Pdl e Lega, verranno ripresentati. Il presidente della commissione Finanze, Mario Baldassarri, insiste sul fatto che il «mini-taglio» dell'Irap per le imprese è una operazione «totalmente coperta». Ma è molto difficile che si aprano spiragli per una approvazione degli emendamenti del centrodestra in materia. Il governo, spiegano fonti di maggioranza, è favorevole a tagliare l'imposta, ma stante che il costo di una scelta di questo tipo è di miliardi, la decisione va presa a livello di esecutivo, non certo fatta passare con l'approvazione di un emendamento. «Questa misura — chiude anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti — costa intorno ai quattro miliardi, ma per attuarla bisogna aspettare fino a che non arriveranno gli introiti dello scudo fiscale». A quel punto, verso la metà di novembre il governo potrebbe provare a trovare un'intesa per un intervento economico ad hoc. Si tratta, peraltro, di una «partita doppia», come sottolineava il vice ministro Giuseppe Vegas e non a caso dalla Cisl è arrivata la richiesta di pensare alle famiglie prima che alle imprese. «Se si apre una discussione solo sulle aziende — sottolinea Raffaele Bonanni — per quel che mi riguarda proporrò io lo sciopero generale. Perché è da molto tempo che chiediamo una disponibilità verso le famiglie». Dall'altro lato resta la posizione di Confindustria che chiede con insistenza il taglio dell'Irap. «Ci auguriamo — ribadisce dal convegno dei giovani imprenditori a Capri Federica Guidi — che in questo Paese si possa iniziare ad avere una pressione fiscale che si abbassa e bisogna trovare una copertura incidendo sulla spesa pubblica improduttiva». E oggi a Capri su questo si confronteranno la leader degli industriali Emma Marcegaglia e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, restio a interventi, come quello sull'Irap, che possano comportare costi consistenti. Intanto ieri, sempre in casa degli imprenditori, il vice ministro allo Sviluppo Economico Adolfo Urso, uomo vicino al presidente della Camera Gianfranco Fini, propone la sua ricetta: «Possiamo cominciare a stimolare la ripresa iniziando a ridurre gradualmente l'Irap per le piccole e medie imprese manifatturiere e nell'arco della legislatura introdurre il quoziente familiare».