A Napoli nessuno ha riconosciuto il killer
RobertoSaviano è uno che si è arricchito inventando la storia della criminalità organizzata. Il palo non era il palo». Il giorno dopo la diffusione del video della morte di Bacioterracino, al rione Sanità la vita è la stessa di sempre: slalom tra bancarelle, auto in contromano, ragazzotti sui motorini senza casco. Impossibile che quell'11 maggio alle ore 15 e 45 nessuno abbia visto. Nel bar Antica caffetteria si avverte tensione. All'inizio poche parole: «Non mi far parlare. Ci hanno descritto come animali. Indifferenti. Siamo persone perbene». La vittima era un habitueé, stessi orari e stessi giorni. Come il presunto specchiettista: «Macchè è un bravo ragazzo che non c'entra nulla. È finito in pasto all'opinione pubblica per colpa loro». Loro sono i magistrati che non essendo riusciti a risolvere il caso in tanti mesi hanno svelato uno spaccato della quotidianità in cui sono immersi: «Hanno sbagliato. Non sapevano che fare. E poi che bisogno c'era di mostrare il cadavere? A casa i bambini guardano la tv». E se fosse colpa dei clan? «Clan?! Tu li conosci? No? E allora perché dovrei conoscerli io?». Giurano di non aver mai visto il killer, di non essere in grado di riconoscerlo. Qualcuno azzarda che veniva da fuori. Ribellione? A chi e cosa? «Abbiamo fatto il nostro dovere consegnando l'hard disk. Siamo stati due giorni in Procura. E nessuno dice che l'impianto è sotto sequestro e lo abbiamo dovuto ricomprare. Cosa fare di più?» A tutto c'è una giustificazione: Scavalcato l'uomo? «Non se ne era accorta». La donna che ha girato il cadavere? «Si è solo voluta accertare che non fosse un suo familiare». La donna del grattino? «Ha visto tutto. Era ovvio che se ne andasse». Per uno dei titolari del bar, 24 anni vissuti conoscendo solo questa realtà è uno sparo continuo. «Tre giorni dopo questo omicidio, un'altra persona è stata freddata poco più in là. Ci prendono in giro. Quando hanno voluto estirpare il contrabbando ci sono riusciti. Anche se hanno creato 100.000 delinquenti». Entrano poliziotti in borghese, si guardano con freddezza. Insisto sull'immobilismo, risposta: «Hai mai avuto vera fame? Se hai famiglia vai anche a rubare». Il rione Sanità è il ventre di Napoli, quartiere Avvocata, Stella e poi giù dove davanti alla barbarie gli occhi non si chiudono più perché questa è la vita. L'omicidio come l'aria che respiri, l'acqua che bevi. Napoli è morta e non lo sa.