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Veleni e colpi bassi: Regione fantasma

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La sede della Regione Lazio a Roma

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Fredda e disabitata. Il day after alla Pisana non poteva che essere così. Dopo le dimissioni del presidente della Regione Lazio Marrazzo e le comunicazioni al Consiglio del vice Montino, si riparte solo sulla carta. Di consiglieri se ne vedono pochissimi. Non più di cinque o sei. Su settanta. Nei lunghi corridoi che portano agli edifici dove ci sono i gruppi politici tutti ormai hanno la testa alle elezioni. Si chiedono quanto peserà il caso Marrazzo. Se il centrodestra avrà un vantaggio o se la partita è ancora aperta. Gli staff dei consiglieri hanno cominciato a fare il primo giro tra gli elettori. Preparano i convegni. Non c'è tempo da perdere.   Mancano gli sfidanti alla presidenza ma questa è roba da leader nazionali. L'addio repentino e imprevisto di Marrazzo ha precipitato i partiti in una campagna elettorale che, probabilmente, non avrà niente da invidiare, in fatto di colpi bassi, a quella del 2005 che finì tra accuse, denunce e indagini della magistratura. Anche stavolta il clima è da resa dei conti. Tiene banco l'ipotesi di altri politici coinvolti in scandali a luci rosse. Di nomi se ne fanno parecchi. E allora tutti, qui alla Pisana, immaginano scenari tragicomici. I dipendenti ipotizzano coinvolgimenti illustri, in qualche caso se li augurano. Descrivono filmati improbabili. Ma c'è anche chi ripercorre la vicenda di Marrazzo, alla ricerca di una spiegazione razionale. Alle elezioni regionali mancano cinque mesi. Qualcuno non ha dubbi: «Questo periodo sarà una noia mortale».   Il Consiglio potrà riunirsi ancora (in Abruzzo sono state approvate sette leggi dopo le dimissioni del governatore Del Turco) ma è tutto da vedere. Si approverà la nuova legge elettorale? Prevede di cancellare il listino, i tredici posti collegati al candidato presidente, una sorta di premio di maggioranza. Poltrone che sono indicate di norma dalle segreterie dei partiti. Servono per trovare la quadra nelle alleanze. Niente piano energetico: significa che nel Lazio si potranno fare le centrali nucleari. Addio anche alla definizione degli ambiti territoriali per i rifiuti e alla legge sull'elettrosmog. Il piano sanitario dipenderà dal nuovo commissario scelto dal governo, dopo una mediazione con la Regione, Elio Guzzanti. Si vedrà.   Ma ieri è stata anche la prima giornata di Esterino Montino al vertice del Lazio. «Non avete di fronte una persona improvvisata, in questo momento c'è ancora maggiore bisogno di senso di responsabilità» ha detto ai dipendenti regionali riuniti nella sala Tirreno. Venti minuti per un appello: «Fate la vostra scelta alle elezioni, ma mancano ancora cinque mesi e dobbiamo evitare che la Regione si trasformi in un'arena. I politici passano, voi restate». Insomma «gli atti, le pratiche, i documenti li esaminate voi, quindi vi chiedo senso di responsabilità. Continuiamo a farlo bene, separando la sfera della scelta politica con il compito amministrativo che ognuno ha qui dentro». Poi il vicepresidente ha annunciato che querelerà il quotidiano «Libero» per un articolo dal titolo «I locali osé del vice Marrazzo».   Secondo quanto riportato, Montino sarebbe «proprietario, assieme alla sua compagna, della discoteca Alibi», uno dei luoghi di ritrovo della comunità omosessuale romana. «Poiché nell'articolo ci sono delle notizie false non solo faccio una querela, dico di più: finalmente ho trovato il modo per estinguere i miei mutui» ha annunciato Montino. Infine ha aggiunto: «Nell'articolo emerge che il sottoscritto gestisce e organizza festini.   Nel sottotitolo c'è scritto che il vice governatore del Lazio è proprietario dell'Alibi e questo non è vero: anzi, magari fosse vero, almeno avrei un affitto in più. Non voglio credere che Angelucci, l'editore di Libero, abbia fatto una ritorsione nei miei confronti visto che le sue cliniche private hanno avuto un calo di entrate di circa 30 milioni di euro. Questo rientra nel piano di risanamento, non è un atteggiamento vessatorio ma deriva dal fatto che sono state messe delle regole: vanno rispettate da parte di tutti». Non sono mancate reazioni e polemiche. Gli ingredienti per una campagna elettorale avvelenata ci sono già tutti.  

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