Espedienti acchiappavoti e voucher
Macon una differenza: lo stesso clima s'è abbattuto adesso sulle primarie del Partito democratico la scorsa domenica. Almeno in Sicilia. Perché? Per raggranellare qualche voto in più, i candidati dell'ormai partito di Bersani hanno distribuito alcuni «buoni voto» per incentivare l'elettore ad andare al gazebo. In soldoni, si tratta di voucher prepagati al fine di presentarsi alle urne senza che il votante mettesse mani in tasca per tirar fuori i due euro come il regolamento dei democratici impone. Ma non è tutto. Addirittura gli strateghi del Pd hanno dato vita, tra le altre cose, a seggi a quattro ruote. Per meglio capirci, stiamo parlando di automobili che per lungo e largo giravano nei piccoli centri, stuzzicando al voto coloro che incontravano lungo il percorso. Attenzione, va detto che i casi di comportamento scorretto sono equamente distribuiti fra le mozioni in corsa per la segreteria che alla fine nessuno avrebbe pensato di avviare indagini in merito. Ma in un caso, ci hanno pensato i carabinieri che hanno segnalato alla direzione del Pd nazionale alcune irregolarità registrate in due seggi allestiti a Poggioreale, comune di poco più di 1.500 anime in provincia di Trapani. Certo, non è che possiamo dire che alla vigilia delle primarie in Sicilia l'atmosfera è sembrata più salubre. Basti pensare che a Palermo, alcuni professori del liceo scientifico statale Cannizzaro, hanno organizzato un incontro con Ignazio Marino che, com'è noto, tra gli altri è stato candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico. L'iniziativa è sembrata camuffata da incontro culturale a cui hanno partecipato, tra gli altri, proprio studenti over sedici, età minima per andare a votare ai gazebo. In sostanza, c'è chi sostiene che in realtà si è trattata di una manifestazione elettorale in piena regola. E appare difficile pensare il contrario. Non è tutto. Sempre per racimolare voti, addirittura si è bussato alla porta del movimento giovanile tamil. In pratica, il senatore Beppe Lumia del Pd ha messo in lista un imprenditore che tradotto in potenziali voti ne valeva 3mila. Insomma, sembra immortale la balena bianca. O se preferite rossa, in questo caso.