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Camera in vacanza per dieci giorni

Camera dei Deputati

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La Camera chiude per dieci giorni. Tutto fermo. Così ha disposto la conferenza dei capigruppo della Camera: liberi tutti, fino al 9 novembre. Una decisione che trova una duplice spiegazione. La prima arriverebbe in risposta ad un problema tecnico: a sollevare il caso, nel corso della conferenza dei capigruppo, è proprio il presidente della Camera Gianfranco Fini che critica il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, sui progetti di legge di iniziativa parlamentare che non arrivano in Aula perché «bloccati nelle commissioni per mancanza di copertura finanziaria». Questo è un «problema oggettivo» che rallenta i lavori. Attacco che un parlamentare della maggioranza non condivide e tenta di giustificare: «In tempi di vacche magre è ovvio che non si facciano passare proposte di legge che fanno lievitare i costi. Le commissioni parlamentari decidono autonomamente, però è chiaro che se il Tesoro chiede di stare attenti alla spesa la maggioranza non può non tenerne conto». Così, proprio la grande quantità di provvedimenti fermi nelle commissioni, diventa il mezzo per giustificare quello che proprio Fini ipotizzò già alcuni mesi fa: concentrare i lavori di Montecitorio in tre settimane piene, in modo da lasciarne una libera durante la quale i deputati possano seguire la politica sul territorio.   Immediata la reazione delle opposizioni: «Abbiamo preso atto che lo stop ai lavori d'Aula nella prima settimana di novembre viene giustificato con la settimana bianca - dice Michele Vietti dell'Udc -, ma io non posso non notare che anche se avessimo lavorato non avremmo avuto provvedimenti da esaminare. Non c'è niente da fare perché il governo strangola l'iniziativa parlamentare non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza di cui non ci sono proposte». Ancora più pungente la nota firmata dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro assieme al capogruppo alla Camera, Massimo Donadi e al suo vice Antonio Borghesi, nella quale si dice: «L'Italia va a rotoli, i cittadini non arrivano alla fine del mese e la Camera cosa fa? Chiude i battenti per una settimana, invece di cominciare l'esame della legge di bilancio. Annunciamo sin da ora che noi ci saremo lo stesso e, tenendo fede all'impegno preso qualche settimana fa davanti ai cittadini, devolveremo in beneficenza alla Caritas, l'equivalente della diaria di tutti i parlamentari del gruppo per le settimane di lavoro che andranno perse». Ma neppure nell'altro ramo del Parlamento, sembra che le cose vadano meglio. Se infatti si analizza l'attività di lavoro del Senato dell'ultimo mese si capisce quanto poco si riunisca l'Assemblea. Una statistica di qualche mese fa parlava di 10-11 giorno al mese contro i 16 di Palazzo Montecitorio, ma a ottobre i giorni di lavoro sono stati solo sei (per un totale di poco meno di 14 ore di riunioni) con una parentesi, dall'8 ottobre al 20, durante la quale l'Assemblea non si è mai riunita. Ora quindi non resta che aspettare il 9 novembre. All'ordine del giorno delle prossieme sedute già incombono temi quanto mai delicati come la discussione sulla riforma della legge Finanziaria, la mozione del Pd sulla nave dei veleni e il provvedimento con cui viene istituito il ministero della Salute.  

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