Anm pronta allo sciopero e il Pdl rilancia il Lodo Alfano
Non c'è tregua. La magistratura protesta, lo scontro con il premier è sempre più aspro, lo sciopero delle toghe è nell'aria. Sul fronte della Giustizia continua lo scontro tra i magistrati da una parte e la maggioranza dall'altra. La parole infuocate di Berlusconi lanciate contro «i pm comunisti» l'altra sera da Ballarò, hanno inasprito un rapporto teso già da tempo. E su cui la bocciatura da parte della Consulta del Lodo Alfano, sicuramente ha il suo peso. Da giorni nei palazzi della politica impazzano voci su "leggi e leggine" confezionate ad personam per evitare che Berlusconi possa venire processato. Si parla addirittura di un team all'opera, capitanato dal legale del premier Niccolò Ghedini. Voci a cui è il portavoce del premier Paolo Bonaiuti a mettere un freno, ricordando che lo stesso Berlusconi ha già detto più volte che si farà processare. Il lodo Ghedini? «Solo chiacchiere, nulla di concreto». Ma i rumors non si fermano. Le toghe, si diceva, continuano ad essere sul piede di guerra. Lo slogan, inneggiato ieri in tutte le assemblee nei distretti giudiziari, è stato: basta con le «intimidazioni» e riforme «ispirate da intenti punitivi»; sì invece a interventi legislativi «nell'interesse dei cittadini e dell'intero Paese». E sempre dalle assemblee è emersa un'indicazione chiara per il sindacato delle toghe: proseguire la protesta, cominciata con la proclamazione dello stato di agitazione, magari accompagnandola con altre iniziative di mobilitazione (come l'apertura degli uffici giudiziari alla società civile) in attesa che il governo scopra le sue carte sulle riforme per ora soltanto annunciate. Allo studio del governo e dei tecnici della giustizia della maggioranza ci sarebbe invece una misura che, in via generale, vorrebbe dare attuazione al principio della «ragionevole durata del processo penale» che - stando a quanto raccomandato dal Consiglio d'Europa - non dovrebbe superare i sei anni (tre per il primo grado di giudizio, due per l'appello e uno per la Cassazione). Si starebbe pensando anche ad un'altra mossa: ampliare il ricorso ai giudici onorari nei processi civili e penali, anche in quelli in cui il tribunale giudica in composizione collegiale. Nel frattempo il ministro della Difesa Ignazio La Russa rilancia il "Lodo Alfano" con una legge costituzionale. E lo fa chiamando in causa direttamente il nuovo segretario del Pd Pierluigi Bersani: «È il suo primo banco di prova. Vuole continuare con l'antiberlusconismo di una sinistra scassata?». Parole a cui si associa il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto: «La polemica che si sta sviluppando sulla riforma della giustizia ha scarso senso. Il Pdl propone la separazione tra magistratura giudicante e magistratura inquirente come già esiste in altri Paesi europei». L'ipotesi ventilata nei giorni scorsi, di spostare a Roma i processi alle più alte cariche dello Stato viene smentita dal Guardasigilli Angelino Alfano: «Non stiamo lavorando per spostare a Roma i processi del presidente». Si tratta solo di «illazioni che fanno parte del gusto a polemiche inutili».