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Torna Visco alla guida dell'economia del Pd

Vincenzo Visco

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A volte ritornano. Non è ancora un remake del film di Tom McLoughlin (tratto dal racconto di Stephen King che dà il titolo all'omonima raccolta), ma poco ci manca. Perché con l'elezione di Pier Luigi Bersani alla guida del Pd, nelle stanze di Sant'Andrea delle Fratte, cominciano a risuonare nomi che in molti credevano definitivamente tramontati. L'ex ministro sembra infatti intenzionato a rispolverare l'argenteria. Non Massimo D'Alema che, pur vestendo i panni di principale sponsor di Bersani, gradirebbe «emigrare» all'estero. Né, probabilmente, Romano Prodi poco interessato alla poltrona di presidente del Pd. La squadra cui starebbe pensando il neosegretario riporterebbe in auge quattro ex di lusso. I nomi sono quelli di Vincenzo Visco, Luciano Violante, Livia Turco e Ugo Sposetti. Dalemiani doc che la gestione veltronian-franceschiniana aveva relegato in un angolo. Fantasie? Forse. Fatto sta che è bastato evocare i «fantastici quattro» per scatenare i malumori della componente giovane dei Democratici. Il più avversato è Visco. Bersani starebbe pensando di affidargli il comparto economico ma nel partito è ancora vivo il ricordo della sua ultima esperienza governativa. Viceministro dell'Economia con delega alle Finanze del governo Prodi si guadagnò sul campo il soprannome di «Dracula». Accusato dall'opposizione, ma anche da alcuni dei suoi, di «succhiare» soldi dalle tasche degli italiani con una lunga lista di tasse. E ancora oggi, nel Pd, c'è chi resta convinto che fu quella una delle ragioni del fallimento dell'esecutivo di centrosinistra. Meno contrastato il possibile ritorno di Luciano Violante che potrebbe occuparsi del capitolo riforme. Non solo quelle costituzionali di cui si occupò nella passata legislatura come presidente della commissione Affari Costituzionali, ma anche quella della Giustizia. Un tema di cui l'ex ministro si è occupato anche nel libro che ha recentemente dato alle stampe. E comunque, fanno notare in ambienti democratici, si tratta pur sempre di un magistrato. Anche Turco e Sposetti, infine, potrebbero cimentarsi in ciò che meglio gli riesce. La prima prendendo in mano il comparto Sanità (è già stata ministro e se ne è occupata nel Pds e nei Ds), al secondo, invece, andrebbero le chiavi della cassa. In fondo, è pur sempre l'uomo che ha salvato i Democratici di Sinistra, da un clamoroso disastro finanziario. Per ora, comunque, si tratta per lo più di chiacchiere. Anche perché difficilmente Bersani metterà mano alla squadra che guiderà il partito prima dell'Assemblea nazionale del 7 novembre quando entrerà nel pieno dei suoi poteri. Dopotutto pure la partita che riguarda i capigruppo, dopo un'improvvisa accelerazione, vive ora una fase di stallo. Ieri, come anticipato martedì, le assemblee dei gruppi hanno preso atto delle dimissioni di Antonello Soro e Anna Finocchiaro. Quest'ultima ha dato la disponibilità per un bis e quindi tutto si giocherà alla Camera. Bersani sembra intenzionato a favorire una gestione collegiale e sembra scontata la sostituzione di Soro con un franceschiniano doc. E non è escluso che, seguendo questa logica, qualcuno tra Visco, Violante, Turco e Sposetti rischi il posto.

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