Rutelli, il politico degli annunci: "Vado via", ma è ancora nel Pd
«Francesco fa quello che gli riesce meglio: stare da solo e fare annunci». La battuta, cattivella assai, arriva da Lucio D'Ubaldo, senatore Pd, romano, che con Rutelli ha incrociato spesso strade e incarichi politici. Però ha il merito di inquadrare al meglio quello che l'ex sindaco di Roma e attuale presidente del Copasir sta facendo: anche ieri, nella presentazione del suo libro a Milano ha accennato, ha detto e non detto, ha lasciato intuire ma senza confermare alcunché su quello che sarà il suo prossimo cammino politico. Ha spiegato di non condividere più il percorso del Partito Democratico ma non ha ammesso, almeno ufficialmente, che se ne andrà. E non ha speso neppure una parola su un possibile ingresso nell'Udc. Però proprio ieri Pier Ferdinando Casini ha fatto un annuncio che sembra fatto apposta per Rutelli: «Alle regionali l'Udc si presenterà come tale e nel 2010 nascerà un partito nuovo in grado di fare la differenza ed aggregare in base a valori comuni». Da parte sua il presidente del Copasir ha in qualche modo «incrociato» quell'annuncio: «La risposta della politica che si limita a dire, da una parte c'è la destra e dall'altra c'è un centrosinistra, trascura la gravità di uno scenario come quello che si sta realizzando sotto i nostri occhi — ha detto dal palco milanese — Per questo c'è bisogno di iniziare un tragitto differente, unendo persone diverse, che hanno culture diverse e la capacità di mettersi al servizio del cittadino operosamente». Parole che, comunque, lasciano aperta la strada anche ad altre ipotesi. Anche la possibilità che da Pierluigi Bersani gli arrivi qualche offerta. In realtà, spiegano parlamentari molto vicini all'ex sindaco di Roma, Rutelli sarebbe rimasto spiazzato dall'annuncio di Bruno Vespa lunedì sera sul suo passaggio all'Udc, arrivata prima che potesse parlare con il nuovo segretario del Pd. E ora il senatore del Pd non sa come recuperare, visto che con Pierluigi Bersani non ci sono ancora stati contatti. Intanto però ieri mattina con l'ex ministro è stato quanto mai disponibile: «Il rapporto con la sinistra sparsa porterà ad una riunificazione come è utile che avvenga, ma qualunque cosa accada mi aspetto una sorpresa positiva da Bersani. Come tutti coloro che hanno partecipato alle primarie mi auguro che arrivi una sorpresa positiva, un messaggio di novità». Appelli che si sono meritati una battuta sferzante di Ignazio Marino: «Rutelli è come il bambino che scappa via col pallone pensando che poi nessuno giochi. Ma noi continueremo a giocare e lo faremo bene» Ma se l'ex sindaco di Roma deciderà di andarsene dal Pd per allearsi con i centristi di Casini in previsione di una crisi politica a breve termine, in pochi lo seguiranno. Non certo i rutelliani storici. Paolo Gentiloni, Ermete Realacci, Roberto Giachetti hanno già detto di non condividere la sua nuova piroetta. E neppure Linda Lanzillotta, sua alleata storica dai tempi del Campidoglio (è stata assessore al bilancio), sembra abbia molta voglia di seguirlo. Sicuramente andrà con lui Paola Binetti, teodem ormai in rotta con il Pd e una manciata di deputati non certo di primo piano, da Gianni Vernetti a Luigi Lusi fino a Enzo Carra. A lui potrebbe invece guardare il mondo legato alla fondazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e quel che è rimasto del mondo del Family Day, primo fra tutti Savino Pezzotta, abbastanza deluso dall'esperienza dell'Udc.