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Giallo sul ritiro in convento

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Piero Marrazzo

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Una mattinata convulsa fra voci di dimissioni immediate e di "ricovero" in un istituto religioso. Piero Marrazzo ha trascorso la prima parte della giornata a casa, in compagnia della moglie, poi si sarebbe dovuto recare all'abbazia di Montecassino, meta cambiata all'ultimo minuto. Ora il governatore del Lazio si troverebbe in un luogo segreto per trascorrere la convalescenza prescritta dai medici per stress psicofisico lontano dalla sua abitazione.  La decisione sarebbe stata presa per timore di essere assediato dai giornalisti. "Oggi le dimissioni" - Intanto sul versante delle dimissioni il vicepresidente Esterino Montino, parlando con i cronisti nei pressi di Montecitorio, afferma: "Oggi Piero Marrazzo si dimette da presidente".   L'inchiesta - Che ci sia un po' di confusione sul caso dell'ex Governatore del Lazio emerge anche dalla smentita della Procura di Roma sul presunto coinvolgimento nella rete ricattatoria di altri due esponenti politici. Intanto gli inquirenti della Procura di Roma spiegano che Marrazzo "non è stato convocato a piazzale Clodio e non è stato indagato. Non c'è alcun atto dell'inchiesta che possa chiamare in causa l'autosospesosi presidente della Regione Lazio", dicono smentendo le voci di un presunto avviso di garanzia inviato a Marrazzo, riguardo un coinvolgimento di altro genere nella vicenda che lo ha portato a lasciare l'incarico.   Il giallo dell'istituto religioso - In Regione non si esclude nessuna ipotesi. "Si potrebbe dimettere oggi, domani o fra un mese". Rispetto a ieri sera, a quanto si apprende da fonti regionali, nulla è cambiato per quanto riguarda  le scelte di Piero Marrazzo. "Si leggono tante cose, persino che sarebbe ospitato in un istituto religioso. Il presidente è a casa sua e, per quanto riguarda le dimissioni, queste  fanno parte di un ventaglio di ipotesi e delle prerogative stesse del presidente", spiegano le stesse fonti.   Finora nessun avviso di garanzia - Intanto gli inquirenti della Procura di Roma smentiscono le voci di un presunto avviso di garanzia inviato a Marrazzo, riguardo un coinvolgimento di altro genere nella vicenda che lo ha portato a lasciare l'incarico. "Non è stato convocato a piazzale Clodio e non è stato indagato. Non c'è alcun atto dell'inchiesta che possa chiamare in causa l'autosospesosi presidente della Regione Lazio".   Il ricatto - Il pm Rodolfo Sabelli, responsabile dell'inchiesta, ed il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, stamane, stanno continuando a lavorare negli uffici. La eventuale contestazione a Marrazzo, del reato di corruzione - si spiega - confliggerebbe con la ricostruzione fatta finora, e ribadita anche dal  gip Sante Spinaci nell'ordinanza di custodia cautelare. "Marrazzo è stato costretto, perché sotto ricatto, a dare i soldi ai militari infedeli e perciò questi ultimi sono accusati di concussione e poi anche di rapina perché hanno preso i soldi dal portafoglio".   Auto blu, non c'è peculato - Inoltre neanche la fattispecie di peculato "ha senso", si sottolinea nella cittadella giudiziaria della Capitale. Marrazzo, come presidente in carica della Regione Lazio, poteva spostarsi liberamente anche servendosi dell'auto blu che era stata messa a sua disposizione. Chi indaga sottolinea anche che "non ci sono tracce, evidenze investigative di alcun tipo, dell'esistenza di altri esponenti politici che possano esser stati ricattati  dai carabinieri ora in carcere". Poi, si sottolinea, "a girare il filmato sono stati proprio gli indagati".  

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