Bersani è il nuovo segretario del Pd "Confronto con tutta l'opposizione"
Alla fine ce l'ha fatta. Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del Pd. Una vittoria che, dopo il successo nei circoli, era largamente preannunciata. Ma alla fine, quella dell'ex ministro, non è stata una passeggiata (con il 35% dei seggi scrutinati Bersani era al 52%, Franceschini al 34% e Marino al 13,8% ndr). A cercare di rovinargli la festa ci hanno provato i quasi 3 milioni di cittadini che ieri hanno partecipato alle primarie e gli ultimi colpi di coda dell'ex segretario Dario Franceschini. L'affluenza record rispetto alle aspettative (ma inferiore a quella che, nel 2007, incoronò Walter Veltroni) ha turbato e non poco Bersani che, per gran parte del pomeriggio, ha temuto che un numero troppo elevato di elettori, potesse ribaltare l'esito del congresso. Ma tranquillo non lo hanno lasciato neanche i «fuochi d'artificio» del suo principale avversario. Ieri mattina, infatti, Franceschini si è recato a Castellammare di Stabia. Città che, suo malgrado, nelle ultime settimane è diventato un luogo simbolo per il Pd. Qui, dove un iscritto al partito ha confessato di aver ucciso il consigliere comunale democratico Luigi Tommasino e dove anche la moglie del boss D'Alessandro era regolarmente tesserata, Franceschini ha visitato i seggi e un immobile sequestrato alla camorra (ora sede di una associazione di volontariato ndr). Alcuni volontari gli hanno regalato le maglie con la scritta «No camorra» e il segretario uscente non si è lasciato sfuggire l'occasione di farsi scattare qualche foto. Nel frattempo, da Roma, arrivava la dichiarazione di voto di Nanni Moretti. Una dichiarazione «pro-Dario» probabilmente ininfluente dal punto di vista elettorale, ma comunque con un grande impatto mediatico. Nonostante questo uno-due, Bersani non ha perso il suo proverbiale aplomb e, in mattinata, si è recato al seggio di Piacenza accompagnato dalla moglie Daniela e dalle figlie Elisa (25 anni) e Margherita (17). A chi gli chiedeva un commento l'ex ministro ha risposto sereno: «Stanotte ho dormito tranquillamente». Poi, nel pomeriggio, mentre Franceschini votava con il suo vice già designato Jean Leonard Touadi al gazebo di piazza del Popolo, è partito alla volta di Roma dove si è rinchiuso nella sede del suo comitato. Lì, l'attesa carica di ansia, per i risultati della consultazione. E appena si chiudono i seggi ecco che gli uomini dell'ex ministro fanno filtrare una prima indiscrezione: «Bersani è sicuramente sopra il 50%, intorno al 53%, Franceschini al 37%». Intorno alle 23 è proprio lo sfidante a dare l'ufficialità presentadosi davanti ai giornalisti e dichiarando: «Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del Pd. Gli ho telefonato e glio ho dato atto di questo riconoscimento». Comincia il balletto delle cifre. Per gli uomini di Franceschini il neosegretario è arrivato al 48%. Ma poco importa. Venti minuti più tardi Bersani fa il suo ingresso nella sede dei Democratici. Il primo a cui stringe la mano è Ignazio Marino poi anche lui si concede a microfoni e taccuini. «Voglio cominciare - esordisce - con l'orgoglio per quanto successo oggi. Tre milioni di persone sono una grande prova di democrazia. È una vittoria di tutti. E nella vittoria di tutti c'è la mia vittoria». Quindi annuncia che farà il leader «a modo mio», che cercherà di costruire un partito «popolare» e di «alternativa» al centrodestra, perché «stare in un angolo a urlare non porta a nulla». Per fare questo Bersani partirà subito con «un'iniziativa di confronto» con le altre forze di opposizione. Nel frattempo oggi sarà a Prato per incontrare gli artigiani perché, spiega, «bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori».