Niente trucchi. SI vada a votare
La strada scelta dal Pd nazionale e locale è decisamente la peggiore che potevano imboccare. Imporre a Piero Marrazzo un atto irrituale e forse illegittimo come quello dell’autosospensione è gravissimo segnale di cinismo politico ed umano. Il Pd aveva davanti a sé due strade chiare. Poteva confermare la fiducia a Marrazzo (come avremmo preferito), giudicando la vicenda che lo riguarda degna di essere confinata nel recinto della vita privata. Oppure poteva imboccare la strada della sfiducia, cavalcando fino in fondo l’onda schifosa del privato che invade il pubblico, provocando dimissioni vere e rapido (al massimo 90 giorni) ricorso alle urne. Si decide invece una via di mezzo, spazzando via Marrazzo in malo modo ma cercando di creare una sorta di «cuscinetto» temporale prima di ridare la parola ai cittadini del Lazio, un cuscinetto che serve unicamente a cercare di attutire il colpo ed evitare una sconfitta che a questo punto è difficilmente evitabile. Con quale legittimità politica agirà la giunta in questi mesi? Gli elettori hanno scelto Marrazzo, non quelli che ne prendono il posto per pura logica di potere. Negare l’evidenza significa umiliare il senso vero della democrazia diretta e schiacciare tutto sotto il peso della convenienza, facendo trionfare il lato «nero» della politica. C’è ancora tempo per tornare indietro. Speriamo che il nuovo segretario nazionale del Pd che oggi sarà eletto trovi la forza di un sussulto di dignità.