Marrazzo lascia: "Voglio solo sparire"
Ci ha riflettuto meno di quarantott’ore e ha deciso di lasciare. Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo si è autosospeso. I suoi poteri sono stati delegati al vicepresidente e assessore all’Urbanistica Esterino Montino. L'exit strategy concordata con la sua coalizione prevede subito l'autosospensione dalla carica e il passaggio delle funzioni al numero due e a gennaio le vere e proprie dimissioni. In modo da giungere, infine, al voto di marzo, come previsto dai tempi ufficiali. Evitando di precipitare il centrosinistra in una campagna elettorale senza esclusione di colpi. Il governatore è arrivato in mattinata con la sua macchina a Villa Piccolomini, la storica sede dell'Ipab degli artisti. Lì, e non nel palazzo della Giunta in via Cristoforo Colombo, ha incontrato il suo vice Montino e il presidente del Consiglio del Lazio Bruno Astorre. Hanno parlato del vertice di maggioranza regionale che si era tenuto qualche ora prima e che era giunto alla conclusione che il governatore dovesse fare un passo indietro. Poi, poco prima delle quattro, è arrivata la nota ufficiale di Marrazzo: «Ho detto la verità ai magistrati prima che l'intera vicenda fosse di pubblico dominio. L'inchiesta sta procedendo speditamente anche grazie a quelle dichiarazioni, che sono state improntate dall'inizio alla massima trasparenza» ha premesso il governatore. Poi ha spiegato: «Si tratta di una vicenda personale in cui sono entrate in gioco mie debolezze inerenti alla mia sfera privata, e in cui ho sempre agito da solo». E ha aggiunto: «Nelle condizioni di vittima in cui mi sono trovato ho sempre avuto come obiettivo principale quello di tutelare la mia famiglia e i miei affetti più cari; gli errori che ho compiuto non hanno in alcun modo interferito nella mia attività politica e di governo. Sono tuttavia consapevole che la situazione ha ora assunto un rilievo pubblico di tali dimensioni da rendere oggettivamente e soggettivamente inopportuna la mia permanenza alla guida della Regione, anche al fine di evitare nel giudizio dell'opinione pubblica la sovrapposizione tra la valutazione delle vicende personali e quella sull'esperienza politico-amministrativa. Ho quindi deciso di autosospendermi immediatamente e a tal fine ho conferito al vicepresidente la delega ad assumere la provvisoria responsabilità di governo e di rappresentanza ai sensi della normativa vigente, rinunciando a ogni indennità e beneficio connessi alla carica». Infine, ha concluso Marrazzo: «In considerazione degli importanti provvedimenti di governo e legislativi che nell'immediato dovranno essere assunti, in virtù della particolare congiuntura economica e anche in relazione alle funzioni che svolgo in qualità di commissario di Governo, ho deciso di aprire un percorso che porti alle mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione». È stata un'altra giornata lunga e amara per il governatore, cominciata con la remissione del mandato del portavoce, Nicola Zamperini, e del capo ufficio stampa Sandro Cristaldi. Non sapevano nulla della vicenda. È stato Esterino Montino, in serata, a chiedergli di rimanere ai loro posti fino alla fine della legislatura. «Voglio sparire» ha ripetuto più volte Piero Marrazzo ai pochissimi collaboratori che l'hanno visto ieri. «Voglio farmi da parte», ha detto. È provato. Il sostegno maggiore arriva dalla sua famiglia. La moglie Roberta, innanzitutto, che gli è rimasta accanto. Anche se alcune ricostruzioni hanno raccontato una storia diversa. Lei, piuttosto, è rimasta lì, a casa. Poi il sostegno delle figlie, soprattutto della più grande, Giulia. Hanno scelto di non dividersi. Come invece ha fatto la politica.