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Di Pietro confessa: «Non ripeterei la frase su Napolitano»

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AntonioDi Pietro lo dice a Fabio Fazio, ospite di Che tempo che fa. Non accuserebbe più il presidente della Repubblica di «viltà» per aver firmato quel provvedimento, anche se continua a chiedere alla procura di Roma, che lo indaga per vilipendio, di andare fino in fondo. «Anzitutto - dice l'ex pm, ora leader dell'Idv - io sono rispettoso della figura e del ruolo del presidente della Repubblica in generale e di questo presidente della Repubblica. Poi, ho detto quella frase dopo il varo di quello scudo che permette agli evasori di farla franca e dopo che Napolitano, davanti a un cittadini che gli chiedeva di non firmare, ha risposto: "Come faccio, se poi devo firmare la stessa legge una seconda volta...". Ecco, è stato uno scatto di rabbia anche il mio». Ma oggi Di Pietro non ripeterebbe quelle parole. «Devo fare un passo indietro davanti alle istituzioni di garanzia, come tutti, perché c'è il pericolo di regime, abbiamo un governo fascista, piduista, xenofobo...». Di Pietro ha poi annunciato di aver riunito lo stato maggiore del partito in Campania in seguito all'inchiesta sugli appalti. «Potrei dare una risposta difensiva e dire che nessuno dell'Idv è indagato ma io ho riunito il partito ed ho detto: "Se qualcuno ha qualcosa da dire, vada subito dal magistrato. Se qualcuno ha scheletri nell'armadio, lo dica subito, perché se scopro doppi giochi lo caccio a calci nel sedere"».

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