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Quell'intercettazione sulla coca livornese

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È partito da Livorno il pasticciaccio brutto che ha portato in galera quattro carabinieri della Compagnia Trionfale. I militari del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma, volevano portare alla luce un traffico di cocaina legato ai transessuali, dalla Toscana al Lazio. E invece, intercettando uno di loro, hanno scoperchiato un altro inferno che ha ingoiato un maresciallo e due appuntati in servizio al Nucleo operativo della Compagnia, e un appuntato della Stazione Trionfale. Quattro persone che prima di 48 ore fa avevano un curriculum immacolato. Gli investigatori hanno sentito un carabiniere che parlava di un video imbarazzante girato in un appartamento sulla Cassia, del governatore del Lazio Piero Marrazzo, del tentativo di vendere le immagini e poi di chiedere denaro al presidente della Giunta regionale. Tutto vero? Lo stabiliranno le indagini della Procura di Roma. La notizia dei quattro militari presunti "infedeli" ha comunque squassato il morale dei loro colleghi in ogni caserma. Sono arrabbiati, non vogliono aspettare che il processo stabilisca se i quattro sono innocenti o colpevoli. La Compagnia Trionfale da sempre è un presidio che dà filo da torcere ai criminali. Di ogni risma. L'ultima operazione, i primi di ottobre, è stata contro gli spacciatori di droga, a Ponte Milvio. Due ragazzi di 23 e 29 vendevano marijuana e in casa, per evitare che mani estranee si allungassero sul malloppo, uno addirittura aveva messo dei serpenti di guardia. Ad agosto, proprio i militari del Nucleo operativo della Compagnia hanno messo le manette a un pensionato romano di 67 anni, sorpreso a molestare una turista tedesca di 17 anni. Diversi controlli sono stati eseguiti anche contro il sesso a pagamento. A giugno un transessuale brasiliano di 29 anni è stato arrestato dai carabinieri mentre minacciava una donna della Repubblica dominicana dopo averle cosparso le gambe di benzina. E ancora. Un transessuale brasiliano di 35 anni è finito dietro le sbarre con l'accusa di estorsione: dopo aver ricevuto il compenso pattuito per la prestazione, ha rubato al cliente la carta di identità, minacciando di raccontare tutto alla moglie. L'uomo, un romano di 57 anni, messo alle strette ha sborsato 200 euro in cambio del silenzio. Ma non sono bastati.

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