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Pd, i big pensano solo alle primarie

Franceschini e Bersani

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A poche ore dalla primarie i tre candidati alla guida del Pd rilanciano alcuni temi tipici delle loro campagne alla ricerca del voto degli ultimi indecisi. Dario Franceschini ha battuto il tasto dell'opposizione intransigente al centrodestra, Ignazio Marino quello del rinnovamento, anche nello stile di far politica, e Bersani ha insistito sui temi dell'economia. Non è mancata la polemica con una stoccata di Massimo D'Alema a Marino, che non è piaciuta all'interessato. I sondaggi commissionati dai comitati dei tre candidati registrano un forte interesse per le primarie di domani da parte degli elettori del Pd; ma la forbice di chi è disposto a recarsi ai gazebo varia dal milione e mezzo ai tre milioni. Da qui lo sforzo di Bersani, Franceschini e Marino, di riuscire a smuovere anche piccole nicchie di elettori che potrebbero essere determinanti. I sondaggi poi non sono in grado di registrare l'orientamento dei due gruppi di nuovi votanti, gli stranieri e i sedicenni, finora non campionati da nessuna società di sondaggi; ma si tratta di quattro milioni di potenziali elettori, che si aggiungono agli 8 che a giugno scelsero il Pd alle elezioni europee. Franceschini ha oggi condotto le sue iniziative assieme a Jean Leonard Touadi, proprio per conquistare il voto degli stranieri. Anche l'ultima giornata di campagna, quella di oggi, sarà all'insegna della «lotta», visto anche il luogo scelto per l'ultimo discorso: Marzabotto. Marino ha sottolineato l'istanza del rinnovamento, a partire dal modo di fare politica. Ed ecco che ha appoggiato la proposta di devolvere ai terremotati dell'Abruzzo i soldi che verranno raccolti durante le primarie Bersani ha dal suo canto mantenuto il profilo più da candidato premier che da candidato segretario, toccando i problemi dell'economia e del lavoro. E infatti oggi chiuderà la campagna a Milano proprio con una grande iniziativa sul lavoro. Non sono mancati alcuni nervosismi, come la denuncia del franceschiniano Franco Laratta, di un gioco scorretto in Calabria da parte dei bersaniani: «Qualcuno sta facendo centinaia di telefonate nelle quali si sostiene che Bersani è già segretario e che domenica si deve solo confermare l'esito della Convenzione.

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