Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Presidente farebbe bene a chiarire

Piero Marrazzo

  • a
  • a
  • a

La questione del ricatto inevitabilmente avrà delle conseguenze familiari. Ci saranno dei riflessi politici. Marrazzo vittima di un tentativo di estorsione, diciamolo ora che tutti da destra e da sinistra non lesinano attestati di solidarietà, ben difficilmente sarà messo in condizione di concorrere per la riconferma alla guida della regione Lazio. Questo a meno che le indagini non riveleranno che tutto era falso. Che le indiscrezioni di queste ore sono una montatura, che non c'è alcun video e se c'è è taroccato, ma che anche le supposizione su un rapporto mercenario sono solo fantasia. Il presidente, dopo le prime reazioni a caldo, ha scelto il silenzio, parleranno gli avvocati. Scelta ineccepibile per qualunque persona implicata suo malgrado in una vicenda di questo tipo. Ma Marrazzo è sì un cittadino che merita rispetto, anche solidarietà perché, appunto è la vittima, ma è anche un uomo politico. Un uomo delle istituzioni. Forse qualche chiarimento in più sarebbe doveroso. Non per placare l'ansia di una certa informazione a caccia di gossip, ma anche per mettere un freno a una serie di voci e di indiscrezioni, che alla fine potrebbero nuocere alla persona Marrazzo, nuocere all'immagine del presidente della Regione. Così alcune cose andrebbero chiarite. La prima è quella relativa al ricatto. Marrazzo dice di non aver mai versato degli assegni ai suoi ricattatori per comprarne il silenzio. Se vero resta il mistero degli assegni che invece ci sono. Le firme possono essere false, ma gli assegni sembrano veri. Quindi sono stati rubati, o meglio rapinati al presidente. Ma ha denunciato il fatto a suo tempo o, come sembra, la vicenda è venuta alla luce solo pochi giorni fa quando i carabinieri, partendo da altra indagine, sono arrivati a scoprire l'estorsione? E perché non ha fatto quella denuncia? Se è stato vittima di una rapina aveva il dovere di farlo? Allora forse doveva chiarire anche un altro particolare: c'era o no in quella casa? Non c'è dubbio che in questo caso si entra nel privato delle persone. Un privato che non ha alcuna rilevanza penale. Ma può un uomo delle istituzioni fare questa distinzione? Per mesi alcuni giornali di sinistra hanno fatto la loro campagna sui rapporti sessuali del premier con una escort. Ora si vorrebbe il silenzio. Certo sarebbe auspicabile, sempre. E non solo quando fa comodo. Se fossimo ascoltati da Marrazzo gli consiglieremmo ora di di chiarire tutto. Non basta parlare di una bufala. Se lo è dica ciò che sa. Se deve smentire, lo faccia. Se c'è qualcosa che deve dire, lo dica. Sicuramente questo metterebbe fine a una serie di illazioni e di supposizioni, di congetture, di indiscrezioni che invece sono destinate a moltiplicarsi. Forse la minaccia dei suoi avvocati riuscirà a impedirne parzialmente l'uscita sui giornali. Non a fermare quel pettegolezzo del passaparola che entrerà negli ambienti politici, familiari e di partito. Quel «venticello» avrà comunque dei riflessi politici. Allora perché non chiarire i dubbi? Peggio di così non potrà andare.

Dai blog