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Berlusconi evita l'incontro con Giulio

Silvio Berlusconi

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Ha evitato il faccia a faccia per non arrivare allo scontro. Dalla Russia ha cercato di sondare prima gli animi, mettendo in campo i mediatori migliori. Il tutto mentre era ancora in Russia, con un Consiglio dei ministri convocato per la mattinata, e una serie di riunioni nel pomeriggio a Palazzo Chigi. Alla fine però Berlusconi stravolge completamente tutti i suoi programmi. Vola direttamente su Milano e rinvia il vis a vis con Giulio Tremonti. Stando alle voci che si rincorrono all'interno del Palazzo i due si potrebbero già vedere oggi, o forse lunedì sera in una cena ad Arcore: in questo caso ci sarà anche il leader del Carroccio Umberto Bossi. Nel frattempo il gelo tra il presidente del Consiglio e il super ministro continua. Ieri i due si sono parlati telefonicamente, ben due volte. Nella seconda telefonata effettuata dal Cavaliere nel pomeriggio appena atterrato a Linate, i toni sarebbero piuttosto accesi. Giulio continua ad essere furibondo, il premier stanco di tutta questa tensione. L'incontro chiarificatore (combinato dal gran mediatore Gianni Letta) era stato organizzato prima del Consiglio dei ministri. Poi, nulla di fatto: il maltempo avrebbe trattenuto Berlusconi a San Pietroburgo e così è saltato sia il faccia a faccia sia il Cdm (pare rinviato a mercoledì prossimo) che, peraltro, avrebbe dovuto varare una riforma, quella dell'Università sulla quale già si immaginava l'ennesimo braccio di ferro tra il titolare dell'Economia e la Gelmini. Un concatenarsi di eventi che hanno subito alimentato sospetti e dato voce a interpretazioni maliziose che hanno fatto il giro dei palazzi. C'è chi ha ipotizzato che il ministro Tremonti, sotto la minaccia di dimissioni, possa aver alzato la posta con il premier al quale, sembra, avrebbe chiesto la garanzia di una "blindatura" della sua poltrona. Quella di vicepremier, dicono i più. Ecco perché qualcuno è andato anche a consultare il bollettino meteorologico di San Pietroburgo. Sembra lo abbia fatto lo stesso Tremonti quando nel bel mezzo della conferenza Stato-Regioni ha fornito ad alcuni presenti la sua previsione: «L'aereo di Berlusconi bloccato da una tempesta di neve? Credo sia stato bloccato da una fitta coltre di nebbia, molto molto fitta». Una battuta che la dice lunga. Tremonti prima, attraverso i suoi, ha messo a tacere le voci sulla minaccia di dimissioni, programmando un chiarimento a breve con Berlusconi. Poi, però dopo un paio d'ore ha fatto diffondere una nota per disconoscere quelle precedenti («nessuna delle note in circolazione corrisponde a verità»). Ovviamente la temperatura nel governo è nuovamente salita alle stelle perché cancellando quelle note si ritornava al punto di partenza, ossia alla minaccia di dimissioni. Evidentemente nell'intervallo tra le due "versioni" deve essere saltata la "trattativa" in corso con Letta e il premier. E mentre Bossi continua a fare scudo a Tremonti («c'è un tentativo di farlo fuori ma io lo proteggo»), Letta continua a lavorare di cucito: non a caso proprio lui che aveva letto il messaggio di Berlusconi alla Cna in cui si annunciava il progressivo taglio dell'Irap, ieri ha in qualche modo corretto il tiro: si tratta di un impegno programmatico - ha detto - ma non ci sono scadenze a breve. La vicenda di via XX settembre sta creando più di qualche tensione all'interno del governo e dell'intera maggioranza. Il tam tam di dichiarazioni, documenti, i tanti segnali che arrivano sono emblematici del clima che c'è. L'altra sera, a casa di Fabrizio Cicchitto, c'è stata una cena per pochi intimi: c'era praticamente tutto lo Stato maggiore del Pdl, dai coordinatori ai capigruppo, più, pare, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Da via dell'Umiltà, spiegano che la cena era fissata già da tempo, ancora quando sul tavolo la questione era l'incontro tra Berlusconi e Fini. Inevitabile, però, come racconta qualcuno dei partecipanti, parlare anche i temi di attualità politica e quindi la questione Tremonti e dei temi economici.

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