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Mostrare il bastone del comando

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A diciotto mesi dalle elezioni del 2008 si può proporre un bilancio diviso in due parti. Ottima performance del governo fino a Natale, con una capacità d'iniziativa straordinaria fondata sul lucido attivismo del premier e sulle innovative idee di molti ministri, a cominciare da Brunetta e Gelmini. Iniziato il nuovo anno col vento in poppa, il governo ha però via via perso smalto, fino a mostrare negli ultimi tempi qualche segno di cedimento. Va detto, ad onor del vero, che nel frattempo è stata affrontata con successo davvero impressionante l'emergenza terremoto in Abruzzo e va ricordato che le vicende personali di Berlusconi hanno reso il clima politico decisamente più pesante. Vogliamo essere molto chiari: la questione non è di carattere elettorale. Siamo convinti infatti che la maggioranza raccoglierà molti consensi alle regionali del prossimo anno, così come ha stracciato quel che resta della sinistra italiana in tutti gli ultimi appuntamenti con le urne. Crediamo però giunto il momento di una «sterzata», da realizzare proponendo alla nazione pochi e solidi capitoli di riforma da attuare. In democrazia, ancor più che nella dittatura, serve chiarire chi comanda, pena la sgradevole sensazione d'incertezza che finisce per diffondersi. E che si traduce in stucchevoli dibattiti sul «posto fisso».  

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