«La sinistra ha offeso anche Napolitano»
«Orala sinistra la smetta. Il Parlamento Europeo ha bocciato la proposta di risoluzione presentata dall'Italia dei Valori e dal Pd dove denunciavano preoccupazione per la situazione della libertà di stampa in Italia. Ora vadano a spiegarlo agli italiani. Raccontino che pur di andare contro Berlusconi hanno disatteso l'invito che il Presidente della Repubblica fece a tutti noi eurodeputati il 25 settembre scorso dicendoci di non portare le liti italiane in Europa. Loro hanno fatto l'esatto contrario». Mario Mauro, capodelegazione del Pdl all'Europarlamento, è inarrestabile. Raggiunto al telefono mentre ancora i lavori d'Aula a Strasburgo sono in corso, si concede una pausa e racconta il successo ottenuto: «Il presidente del gruppo al Parlamento Joseph Daul mi ha appena espresso la sua soddisfazione perché il Ppe ha vinto una battaglia in cui credeva molto. Un segnale a tutta la sinistra europea che ovunque strumentalizza la stampa». Onorevole Mauro, avete vinto solo per tre voti. Come siete riusciti a convincere la maggioranza degli eurodeputati a votare contro alla risoluzione? «È stato semplice, abbiamo solamente dovuto convincere i nostri colleghi come la sinistra abbia cercato di strumentalizzare la libertà di stampa. In primo luogo, su mia iniziativa, ho chiesto ad un collega del Ppe ungherese di presentare un emendamento orale dove raccontava che un ministro del proprio Paese aveva mandato in galera un giornalista, sottolineando che la sinistra, presentando la risoluzione, stava usando due pesi e due misure. Una mossa che ha colpito nel segno perché molti deputati che aderiscono ai partiti esterni al Pse non vogliono che si strumentalizzi in nessun modo la politica». È bastato questo a farvi vincere? «No, per il resto ci ha pensato il Pd. Stavamo presentando un emendamento dove riportavamo l'appello di Napolitano a non trasformare il Parlamento europeo in cassa di risonanza di polemiche e conflitti che si svolgono nei singoli Paesi e nei Parlamenti nazionali. In quel momento David Sassoli, eurodeputato del Pd, prima ci ha chiesto di ritirare l'emendamento e di non tirare in ballo il Capo dello Stato e, nonostante avessimo deciso di togliere il nome del Presidente, loro hanno votato contro. L'ennesima sconfessione di Napolitano da parte della sinistra. Questa mossa ci ha portato, per la prima volta dopo 10 anni di sconfitte su questo tema, a vincere». E l'Udc come si è comportato? «Si sono spaccati. Ho qui davanti i dati. Ad esempio Magdi Allam ha votato come noi contro la risoluzione mentre Ciriaco De Mita ha preferito astenersi. Da quello che so io però, chiacchierando con Carlo Casini, tutti avrebbero voluto sostenere il Ppe. Poi una telefonata da Roma ha convinto alcuni a prendere altre decisioni. È stata la prima volta che si è spaccato l'asse Pdl-Udc. Ora però la devo lasciare. Devo tornare in Aula».