Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Iacchetti: "Giù le mani dalle veline"

Enzo Iacchetti a Striscia la notizia

  • a
  • a
  • a

«Davvero Marino è un chirurgo? Beh, se vince lui le primarie ne avrà di roba da ricucire». Ride, il sior Enzino, mentre valuta i primi risultati del sondaggio telematico di "Striscia" sui candidati alla segreteria del Pd. Iacchetti, si rovescia il mondo. Nel vostro voto tv l'outsider prevale sui due favoriti. «Marino è anche molto avanti, ma quello è il nostro pubblico, mica gli elettori del partito». Li avete spiazzati. A sinistra vi accuseranno di brogli. «È una delle genialate di Ricci, non so quando gli vengano in mente. Noi siamo pazzerelli, ci divertiamo a far saltare il paludame istituzionale».   Lei chi voterebbe fra i tre? «Mah, non saprei. Di certo Bersani è il più simpatico. Almeno ride. Franceschini pare un doberman incazzato». Da quale politico comprerebbe un'auto usata? «Da Bertinotti, sempre. A lui piacciono le cose e le idee d'epoca, no? Ma una macchina non nuova la acquisterei solo da un meccanico. E che sia amico mio». Lerner ha sparato contro "Striscia" a palle incatenate. Le veline "accosciate non servono per dare notizie". «Mi sembra impossibile che un uomo intelligente come Gad abbia tentato la squallida equazione veline uguale puttane. Io che le conosco posso dire che anche se in scena indossano gonne corte sono ragazze deliziose, e pure fidanzate. Con dei calciatori, che male c'è? Ha fatto bene Antonio a reagire duramente: "Striscia" è inattaccabile». Sembra un altro scontro tutto interno all'intellighenzia progressista, fatto più per l'audience che per l'etica. «Santo cielo, nessuna delle nostre veline è mai rimasta inguaiata in uno scandalo. E si sono fatte strada. Roberta Lanfranchi è una presentatrice, Elena Barolo recita. La Canalis ha fatto morire d'invidia le donne in tutto il mondo. E vogliamo paragonarle a una escort come la D'Addario?».   "Striscia" è il tg più credibile, ormai. «Nata come un varietà: con le ballerine, i comici, gli inviati con lo sturacessi in testa. Pian piano la gente ha cominciato a credere più in noi che in quei telegiornali dove i servizi li hanno, ma li tengono nel cassetto. Però magari inquadrano i calzini turchesi di qualcuno». Ricevete ancora minacce? «Ora solo da qualche vecchietto fuori di testa che ci definisce "nazicomunisti". Il periodo duro fu quello della campagna contro Vanna Marchi. Io e Greggio eravamo seguiti da tipi strani, ci spedivano lettere minatorie. Fummo costretti a farci proteggere». Quest'anno avete già lanciato un bel siluro contro il sindaco di Palermo. «Stefania Petix è bravissima, efficace e coraggiosa. Sono i servizi che i veri tg dovrebbero trasmettere. Spero solo che quella ragazza non rischi più di tanto». Chi salva, nel giro della satira? «I Guzzanti sono il top del genere. Corrado meglio di Sabina. Ma dovrebbero fare spettacoli intramuscolari, di un quarto d'ora. Adoravo Grillo, prima che si mettesse a fare l'arruffapopoli. Crozza e Bertolino non sono male. Ma alla fine i miei preferiti sono Ale e Franz e sopratutto il mio vecchio amico Giobbe Covatta. Con lui non smetti mai di ridere. Poi quando esci dal teatro ti fa male la gobba per le legnate che tira». Andrete a Sanremo in duo? «È il mio sogno sin da bambino, e voglio realizzarlo prima di diventare vecchio. Io e Giobbe la canzone l'abbiamo scritta, ed è piuttosto seria, particolare. Ma non sappiamo neanche a chi spedirla, ignoriamo il regolamento. Cerchiamo raccomandazioni». Potrebbe parlarne con Greggio, se affiancherà la Clerici per una sera all'Ariston. «Già fatto, appena uscita l'indiscrezione. Ma Ezio non sa se andrà. Sa come si diffondono queste notizie... E una decisione delicata». A febbraio avrete finito il vostro turno di conduzione. Ma con voi due al Festival sarebbe come avere "Striscia" a reti unificate. «Ecco, appunto, andiamoci cauti. Perché poi se uno dei due deve essere lasciato a casa, indovinate a chi tocca?». Intanto però lei ha realizzato un intero cd con alcune delle perle di Gaber. "Chiedo scusa al signor G". Non sono interpretazioni filogicamente aderenti all'originale, ma giocose, iacchettiane. «Da tempo cercavo l'idea giusta per ricordarlo. Non avrebbe avuto senso tentare di cantarle come Giorgio. Lui è inimitabile, senza eredi. Ma con la Witz Orchestra abbiamo creato arrangiamenti moderni. Qui e là spuntano citazioni e contaminazioni da Zucchero a Morandi, da "Guantanamera" a "Ramaya"». Gaber è di un'attualità sconcertante. «Se ascolti "Benzina e cerini" pare una follia cinica alla Elio e le Storie Tese. Giorgio l'aveva scritta nel '61, ci arrivò ultimo a Sanremo in coppia con Mario Monti. Certi luoghi e personaggi da lui narrati sono tra noi, anche se in contesti mutati: "Riccardo" non gioca più da solo al biliardo, ma si svuota le tasche con la slot machine; chi ieri brindava a "Barbera e champagne" oggi celebra gli happy hour alle sei della sera anche davanti alle pompe funebri. E vogliamo parlare de "L'orgia", dove spunta un onorevole? Sembra composta la settimana scorsa, è di quarant'anni fa».   In Lombardia l'opus gaberiano lo insegnano nelle scuole. «Un progetto pilota di tre anni, poi vedremo nel resto d'Italia. Ma bisogna vedere come lo interpretano i docenti. Anche Leopardi è un genio, ma se trovi il prof stronzo poi lo detesti. L'idea fu mia. Rivolsi un appello alla Gelmini: "Caro ministro, perché invece di pensare ai grembiulini non fa conoscere ai ragazzi quell'ultimo grande filosofo del '900 che fu Gaber"? Lei, con mia sorpresa, varò l'iniziativa». Con Giorgio vi frequentavate. «Io rubavo i soldi ai miei per vedere i suoi spettacoli. Dopo il teatro andavamo a cena insieme. Prendevo sempre quello che chiedeva lui. Certe scorpacciate di riso bianco. Lui mi esortava a non abbandonare la tv: "Non fare come me, il tuo lavoro è pulito"». I politici lo strumentalizzavano. «Si affannano ancora ad appropriarsi di "Cos'è la destra e la sinistra", da tutte e due le parti. Lui era un ribelle, un uomo libero che menava gran sberle di qua e di là. La sua voce tuona tuttora». Con Greggio avete girato la puntata pilota di una fiction per Mediaset, "Occhio a quei due". «Sì, ma la mia opzione scade il 30 ottobre, e ancora nessuno mi ha comunicato se e quando andrà in produzione. Ma non mi faccia far congetture sbagliate. Ho già avuto i miei guai, con la tv».  

Dai blog