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Pdl in silenzio. Nel Pd prevale l'imbarazzo

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Prevaleil silenzio. Le agenzie di stampa non riescono a battere una sola riga che dia la linea a una risposta. Chi viene colto in contropiede è invece il Partito Democratico. Le tesi del ministro sconfinano nel socialismo militante. E allora meglio fare melina. «È facile per il ministro Tremonti fare dichiarazioni sui problemi degli altri, cominci ad intervenire sul contratto del pubblico impiego, dei precari della scuola e defiscalizzi l'aumento del contratto dei metalmeccanici. Questi sono fatti, le altre rimangono solo parole» dice Massimo Calearo. Più sorpreso è il responsabile del lavoro del Pd Cesare Damiano: «Mi fa piacere che Giulio Tremonti si sia convertito alla logica della stabilizzazione del lavoro. Mi auguro che le sue idee facciano breccia nel governo del suo centrodestra, autore di una vera e propria controriforma del mercato del lavoro rispetto ai processi virtuosi messi in atto dal governo Prodi». Sulla stessa linea ancce il senatore del Pd e giuslavorista, Pietro Ichino: «Se Tremonti vuol dire che la sicurezza del lavoro e del reddito è un bene della vita, dice solo un'ovvietà. Se invece vuol dire che questo bene si può proteggere efficacemente ancora oggi secondo il vecchio modello del posto di lavoro a vita allora la sua affermazione è demagogica». Più duro il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa: «Invece di sognare posti fissi per tutti, il ministro Tremonti ci dica cosa ha fatto il governo non solo per stabilizzare i precari, ma per evitare che migliaia di persone in tutta Italia andassero a casa come sta accadendo».

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