L'inutile provocazione del Corano a scuola
Punzecchiature. Piccole scosse che hanno come risultato quello di « agitare» il Pdl. E di indebolire Berlusconi in un momento in cui il centrodestra dovrebbe far quadrato attorno al suo leader. L’ultima proposta che ha diviso, ancora una volta, il partito è quella del viceministro all’economia Adolfo Urso, uomo legato a Gianfranco Fini: inserire a scuola un’ora di insegnamento della religione islamica per i bambini musulmani che studiano in Italia. Proposta che arriva dopo quella, sempre presentata dai finiani, di abbassare il limite per concedere la cittadinanza italiana agli stranieri da dieci a cinque anni. Strappi, «provocazioni» continue. Che arrivano sempre dal presidente della Camera o dai parlamentari a lui legati. Il «Secolo d'Italia», che rispecchia la linea politica di Fini, ieri ad esempio titolava con un eloquente «Asolo, prove di dialogo. Oggi il confronto tra Fini e D'Alema su immigrati e integrazione». Proprio nel giorno in cui invece Berlusconi rilanciava la necessità delle riforme ad ogni costo, anche senza l'opposizione. Segnali, appunto, distinguo fastidiosi. «E in questo momento — spiega un parlamentare del Pdl della commissione Affari Costituzionali che vuole restare anonimo — proprio non se ne sente la necessità. Con un presidente sotto attacco da parte della sinistra, della magistratura, con una campagna continua di diffamazione nei suoi confronti, che bisogno c'è di creare altri problemi? Ora invece dobbiamo assolutamente far quadrato, restare compatti». Più esplicita Isabella Bertolini, membro della direzione nazionale del Pdl: «La proposta sull'ora di religione islamica a scuola non solo non è condivisibile ma apre anche un serio problema all'interno del Pdl. Basta girare in mezzo ai nostri elettori per capire che il popolo del centrodestra è sempre più disorientato. Non passa giorno senza che non ci sia qualcuno che si alza e lancia idee, fuori dal programma di governo, che raccolgono sempre il plauso dell'opposizione e l'incredulità di chi non è di sinistra. Continuare su questa strada porterà il Pdl ad allontanarsi dai propri valori e quindi anche dai propri elettori». Problemi che sembrano non toccare Gianfranco Fini. Il quale ieri, ad Asolo, nel convegno organizzato dalla sua associazione «Farefuturo» e da quella di Massimo D'Alema «Italianieuropei» ha difeso la tesi di Adolfo Urso: «Non si può essere in disaccordo con la proposta di valutare per i bambini musulmani la possibilità di frequentare un'ora di insegnamento dell'Islam con docenti che non siano degli integralisti ma predicatori dell'Islam tollerante. Non ci trovo nulla di scandaloso, si tratta di elementare buonsenso, di una proposta che va nell'interesse nazionale alla coesione sociale». Ma il presidente della Camera non si è fermato qui. È tornato a difendere la proposta sulla concessione della cittadinanza agli stranieri dopo 5 anni e, anzi, ha addirittura rilanciato: «Chi nasce in Italia o arriva piccolissimo a 2-3 anni e frequenta in Italia un intero ciclo scolastico, al compimento dei 10-11 anni diventa cittadino italiano». «Quei bambini, a 18 anni, saranno molto più integrati che se non fossero lasciati nel limbo per molti anni — ha concluso — Mi auguro che il Parlamento faccia prevalere il buon senso e l'interesse nazionale anche perché il buon senso non è né di destra né di sinistra. È una proposta minima». E con Fini, ovviamente, si è schierato Massimo D'Alema.