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Napolitano: "Rispettare il pluralismo nella tv pubblica"

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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Il pluralismo nell'informazione "è un valore insostituibile". E' così che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inteso celebrare la giornata dell'informazione, riunendo al Quirinale coloro che nel corso degli anni hanno ricevuto i premi giornalistici patrocinati dalla presidenza della Repubblica. Ospiti e premi speciali Giulio Andreotti e Pietro Ingrao, ed è proprio "alla loro lunga e significativa storia politica oltre che giornalistica" che Napolitano si è riferito per sottolineare "la diversità delle voci che debbono trovare spazio, in democrazia, nel grande mondo di una stampa libera, come lo hanno in effetti trovato nel nostro Paese nel corso dei decenni". Insomma, le storie parallele di Andreotti e Ingrao sono "un esempio da cui trae forza l'invito a rispettare nella carta stampata e nella radio-televisione, specialmente quella pubblica,l'insostituibile valore del pluralismo". Proseguendo nel suo intervento, Napolitano ha anche ribadito che "è nella qualità dell'impegno e del lavoro di ogni giornalista, nella professionalità, nel rigore, nell'equilibrio, nel tranquillo coraggio di chi si dedica a questo impegno, a questo quotidiano lavoro, il maggior prestigio della libertà e del ruolo della stampa e dell'informazione". Quella che si conclude oggi, però, è stata una settimana "incredibilmente densa" e quindi, "anche per senso della misura", Napolitano ha preferito non affrontare "temi generali di carattere politico-istituzionale". Eppure, il presidente ha voluto ribadire l'auspicio "ad un confronto obiettivo e aperto" sui temi della libertà di stampa e di informazione e sull'evoluzione del mestiere di giornalista, evocati anche dal presidente dell'Ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca. Napolitano, citando direttamente le parole di Del Boca, ha condiviso, di fatto, l'allarme lanciato dal presidente dell'Ordine dei giornalisti. "Del Boca ha detto che i giornalisti vivono tempi difficili in Italia e nel mondo occidentale, per effetto di accelerate trasformazioni tecnologiche, di ricadute della crisi finanziaria ed economica globale e di processi di più lungo termine di ristrutturazione del potere economico anche in campo editoriale e anche al buon uso della libertà da parte dei giornalisti. Si tratta - ha detto Napolitano - di questioni che richiedono analisi e verifiche attente anche in sedi europee e non in riferimento solo ad un singolo Paese, e che richiedono - ha aggiunto - proposte comprensive di indubbie necessità di innovazioni normative oltre che di innovazioni delle prassi e dei costumi". "Già tre anni fa - ha detto ancora Napolitano - espressi il profondo convincimento circa il carattere discriminante  che l'esistenza di una stampa e di un'informazione pluralistiche e libere assume per distinguere la democrazia dal dispotismo. Nello stesso tempo - ha aggiunto ancora il capo dello Stato - volli sottolineare come nei sistemi democratici e costituzionali occidentali occorra combinare più valori, più diritti degni di tutela, come sancito dall'articolo 10 della Convenzione europea del 1948 sui diritti dell'uomo". "Mi espressi in quei termini e ci sono tornato più volte - ha ribadito ancora Napolitano - indipendentemente dal mutare, nel frattempo, del contesto politico in Italia e postulando la definizione di equilibri più soddisfacenti, con uno sguardo attento in particolare alla tutela della privacy, della dignità di persone e istituzioni e della riservatezza delle indagini giudiziarie, insieme alla tutela della libertà di informazione.Questi sono - per Napolitano - equilibri difficili e sempre oggetto di controversie, ma a cui non si può sostituire, da parte del giornalismo, la sottovalutazione di limiti e di responsabilità da riconoscere e da proiettare nel proprio modo di lavorare".

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