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Il pil torna a crescere (+1%) ma non aumentano i posti di lavoro

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Nelterzo trimestre il pil è tornato a crescere, dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione, che avevano portato la produzione ai livelli di quasi un decennio fa. Lo stima la Banca d'Italia nel suo Bollettino economico. Per il periodo luglio-settembre l'incremento dovrebbe essere «prossimo a un punto percentuale rispetto al trimestre precedente». L'intensità della ripresa, avverte però l'istituto di Palazzo Koch, «rimane incerta». L'allarme si concentra in particolare sull'occupazione: nel secondo trimestre la perdita di posti di lavoro «è risultata di oltre mezzo milione di occupati rispetto a un anno prima, escludendo dal computo l'effetto delle iscrizioni all'anagrafe di lavoratori immigrati. È stata di circa 300.000 unità la flessione dei lavoratori comunemente definiti come precari, in maggioranza giovani», sottolinea Bankitalia. Nel Bollettino si rileva infine come lo stato dei conti pubblici sia «in notevole peggioramento, risentendo soprattutto della dinamica particolarmente negativa delle entrate». Bankitalia sottolinea che «la propensione a investire delle imprese rimane molto bassa, in presenza di margini inutilizzati di capacità storicamente elevati». Si è intanto interrotto il calo della spesa delle famiglie, che ha segnato un aumento dello 0,3% sul periodo precedente (-1,8% su quello corrispondente del 2008). Il risultato, afferma Bankitalia, riflette soprattutto il netto rialzo degli acquisti di beni durevoli (4,0% sul periodo precedente), tornati a crescere per la prima volta dall'estate del 2007 sulla spinta delle agevolazioni alla rottamazione degli autoveicoli. Secondo l'Istat nel 2008 il calo più forte del pil si è avuto nel Mezzogiorno. A fronte di una contrazione a livello nazionale dell'1%, il Pil a prezzi costanti registra, rispetto all'anno precedente, una variazione pari a -1,4% nel Mezzogiorno e -1,2% nelNord-Ovest.

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