Di Pietro, professione manifestante In Aula il leader dell'Idv non c'è mai
Predica bene e razzola male. Antonio Di Pietro, il moralizzatore della politica italiana, ne ha combinata un’altra delle sue. Ormai chi si stupisce più? Tonino, da quando si sente il leader incontrastato dell'opposizione, ne ha per tutti. Riesce sempre a vedere la pagliuzza nell'occhio del suo avversario anche quando la trave, che è nel suo, non ha eguali. Ma questo non importa. Bisogna protestate, sempre e comunque. Ieri, ad esempio, ha costretto i suoi a scendere in piazza per manifestare contro un «Parlamento fannullone». Peccato che sia proprio uno dei deputati più assenteisti della Camera, almeno all'interno del gruppo dell'Idv. Sì, è così. Basta confrontare le sue presenze con quelle dei colleghi di partito. Dall'inizio della legislatura ad oggi, quando la Camera è stata chiamata ad esprimere il proprio parere, Antonio di Pietro non ha risposto all'appello, su un totale di 4.462 votazioni, ben 3.025 volte. Numeri che rendono ancora di più l'idea se letti sotto forma di percentuale. Infatti con il 67,79% delle assenze Tonino conquista la medaglia d'oro degli assenti seguito, a distanza dai colleghi Aniello Formisano (41,37%) e Gaetano Porcino (40%). Eppure nonostante questi numeri, nulla impedisce al leader dell'Idv di improvvisare un sit-in davanti a Montecitorio e denunciare: «Il Parlamento si riunisce per un paio di giorni a settimana per un paio di ore ciascuna e poi tutti a fare il secondo lavoro». Così, con l'ordine di protestare, ecco che dà il buon esempio, si mette al collo un cartellone con su scritto «In un mese approvate solo 3 leggi», e fa la morale: «Si dovrebbe approvare una norma per cui chi fa il parlamentare non debba avere un secondo lavoro - aggiunge Di Pietro - sennò tutte le scuse sono buone per andare a casa. Il Parlamento ratifica solo i provvedimenti del governo e non svolge il suo lavoro». A questo punto la domanda sorge spontanea: ma fare il segretario di un partito politico ed essere parlamentare non è come avere un secondo lavoro? La risposta non può essere che affermativa e per avere conferma di ciò basta vedere nello specifico le assenze del maggio scorso ovvero dell'ultimo mese di campagna elettorale per le elezioni Europee. Tonino, che vedeva in quella tornata elettorale l'occasione di accrescere i propri consensi a danno dei Democratici ha preferito girare l'Italia in lungo e in largo piuttosto che fare il suo lavoro di deputato. E così ha pensato di non presentarsi a Montecitorio per il 99,32% delle votazioni (ovvero ha premuto il bottone solo due volte su 294). Un record con il quale è riuscito a sbaragliare i colleghi dell'opposizione se si pensa che il segretario del Pd, Dario Franceschini, é stato assente per il 90,48% e il leader del'Udc, Pier Ferdinando Casini, lo è stato per l'80,61% delle volte. Questi però sono solo dei numeri, quello che conta è non perdere l'abitudine di manifestare. E per non perdere il ritmo ecco pronto alla prossima bordata: «In Italia il governo opera per scardinare i principi fondanti la nostra Costituzione. Auspichiamo che tutte le forze politiche e sociali, scendano in piazza il più presto possibile. Magari il 5 dicembre prossimo». Tonino manifesta pure, tanto alla resa dei conti, i dati forse diranno tutto il contrario.