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Aeroporti, patto tra governo e privati

alitalia

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Quindici miliardi di euro fino al 2040 per rilanciare due infrastrutture vitali per l'economia e lo sviluppo del Paese, gli aeroporti di Roma e Milano. Un grande piano per le infrastrutture che parte già oggi con la firma di Matteoli per l'adeguamento delle tariffe aeroportuali.   «Mamma mia, per fortuna c'è qualcosa che inizia a funzionare». Così il premier Silvio Berlusconi commenta a caldo il progetto per il rilancio di Malpensa e Fiumicino presentato ieri a Villa Madama dai presidenti di Sea Milano, Sergio Bonomi e Adr Roma, Fabrizio Palenzona. Quindici miliardi di euro, di cui cinque da investire entro il 2020, non solo per portare i due hub ai primi posti al mondo, con l'accoglienza di cento milioni di passeggeri per lo scalo capitolino e 70 milioni per quello milanese, ma anche per inaugurare quel «sistema paese» che vede oggi proprio Roma e Milano in prima linea in un nuovo importante progetto politico ed economico. Un «sistema paese» che era ben rappresentato ieri nel salone della residenza del presidente del Consiglio, dove erano presenti anche i sindaci di Roma e Milano, Gianni Alemanno e Letizia Moratti, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro Bondi, per l'opposizione Massimo D'Alema. Tra gli imprenditori Pietro Ciucci, Roberto Colanninno, Gilberto Benetton. A tracciare la linea per lo sviluppo delle infrastrutture che non coinvolgeranno solo gli scali in quanto tali, è stato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli.   «Il governo non entrerà nel capitale delle società di gestione aeroportuale perché si configurerebbe un aiuto di stato - ricorda il ministro - alla base poniamo invece un accordo tra privati e governo: vuol dire che i privati hanno avuto fiducia nel governo e che il governo ha considerato gli imprenditori un valore e non qualcosa da mungere. Il governo verificherà l'avanzamento dei piani di sviluppo ma avrà anche un ruolo di sostegno come catalizzatore per gli investimenti e nel dare la garanzia di un quadro di regole e di un sistema delle tariffe certi nel tempo». Primo, fondamentale passo da compiere è quello dell'adeguamento delle tariffe aeroportuali, ad oggi più basse del 42 per cento rispetto agli altri grandi scali europei.   «Ho firmato il decreto interministeriale per l'aumento delle tariffe, ora al vaglio del ministro Tremonti - annuncia infatti Matteoli - c'erano problematiche da affrontare con la massima urgenza, così il governo è intervenuto anche per le tariffe aeroportuali come contributo ai concessionari che, da parte loro, hanno colto questo intervento garantendo cospicui investimenti. Sarebbe stato un errore trovarsi impreparati alla ripresa del trasporto aereo, quando sarà passata la crisi, con conseguenze gravi sull'economia del paese. L'aumento delle tariffe aeroportuali non è una tassa - precisa il ministro - il fatto che siano legate al transito dei passeggeri risponde alla scelta di non pesare su coloro che non usufruiscono del servizio».   E se i privati dovranno investire, allettati anche dall'aumento delle tariffe, al governo e alle istituzioni spetterà avviare quella «rivoluzione» burocratica attesa da troppo tempo e che è poi una delle cause maggiori del gap infrastrutturale che separa l'Italia dal resto d'Europa. «Vi dico di andare avanti tutta così e noi - ha detto Berlusconi - cercheremo nel nostro piccolo di fare quanto possibile per stare al vostro fianco. Ad esempio interverremo per snellire tutte le procedure burocratiche che rallentano l'esecuzione dei progetti. E per quanto riguarda il ministero dell'Ambiente vi posso dare la garanzia che le pratiche che molto spesso fermano i progetti e le realizzazioni saranno assolutamente accelerate: ridurremo i tempi necessari a un terzo».  

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