Addio Donna Angiolillo La regina dei salotti romani
La chiamavano «la regina dei salotti». Un plurale inappropriato. Infatti «il» salotto, era uno solo, il suo. Ed era tanto celebre, di alto livello e affollato da personaggi di primo piano da meritarsi la definizione di «terza Camera» del Parlamento italiano. Maria Angiolillo, nata nel 1921 e vedova del fondatore de «Il Tempo» Renato, è scomparsa improvvisamente ieri nella sua abitazione di Trinità dei Monti, nel cuore della Capitale. Era reduce da un recente intervento chirurgico al Gemelli. Ma aveva superato benissimo la convalescenza ed era già pronta a rituffarsi nel suoi mille impegni quotidiani. «Stava bene e non so che cosa sia accaduto, il suo cuore non ha retto - racconta una sua stretta collaboratrice - Si era svegliata da poco, aveva fatto colazione e si stava sistemando i capelli. In casa c'era anche il figlio. La convalescenza non l'aveva abbattura. Era lei, con lo spirito battagliero di sempre e la sua grande umanità, pronta a dare una mano a tutti e a riprendere la sua vita». L'assistente ha trovato la signora Angiolillo alle 10 del mattino. Era accasciata sul pavimento del bagno. A Piazza di Spagna è arrivata subito un'ambulanza del 118, ma non c'è stato nulla da fare. Il suo cuore aveva già smesso di battere. Nel salotto «bipartisan» di Donna Maria, tre tavoli per un totale di 36 posti, almeno una volta al mese prendevano posto protagonisti della politica, della finanza e dell'informazione, dal sottosegretario Gianni Letta, subentrato dopo la morte del fondatore alla direzione del Tempo, a «baffino» D'Alema; dal «senatur» Bossi, al «subcomandante Marcos» Bertinotti, da Veltroni all'attuale ministro La Russa. Immancabili, poi, Andreotti, Del Noce, Vespa, Consolo, Gasparri, D'Urso, Romiti, Rossella. L'appuntamento era alle 21. Gli ospiti, costretti a passare sotto la gogna fotografica dei fratelli Pizzi, che «Dagospiavano» puntualmente l'abitazione, non se ne andavano mai più tardi della mezzanotte. Le esequie funebri venerdì alle 10,30 nella chiesa di S.Andrea delle Fratte, non lontano dal suo adorato salotto diventato passerella di potenti.