Una nuova maggioranza "etica"
Bisogna ringraziare i gay. Perché tra i tanti meriti hanno consentito ieri che si facesse chiarezza nel Pdl e nel Pd. Il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità della legge sull’omofobia ha diradato le nebbie. Anzitutto è evidente che sui temi eticamente sensibili o che attengono alle grandi questioni della vita il Pdl marcia in un’unica direzione, fatta eccezione per una componente risicata che fa riferimento a Gianfranco Fini. La Lega non cede di un centimetro. E l’Udc si unisce, dimostrando così che su questo terreno è certamente più vicino al centrodestra che al centrosinistra. Esiste una «maggioranza etica» (e si perdoni la definizione) ampia, che varca i confini dell’attuale coalizione berlusconiana. Ed esiste tanto al Senato quanto alla Camera, dove il presidente è su posizioni diverse. Non è poco visto che a breve, al massimo a dicembre, a Montecitorio si comincerà a discutere di biotestamento, legge per la quale Fini si è dimostrato - per usare un eufemismo - critico. Il dato certamente non sarà sfuggito allo stesso principale inquilino di Montecitorio. E mentre nel Pdl le differenziazioni vengono vissute come frutto di una normale dialettica interna, nel Pd esiste una simile critica interna ma l’atmosfera è diversa. Perché immediatamente scattano i sospetti, le rappresaglie, i dissidenti vengono additati al pubblico ludibrio. Si torna alla divisione tra Ds e Margherita. Di più, si torna alla guerra tra guelfi e ghibellini.