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E Napolitano «spariglia»

Giorgio Napolitano

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L'interrogativo che ieri rimbalzava nei Palazzi della politica è solo uno: perché Napolitano ha deciso di replicare agli attacchi de Il Giornale? Perché il Capo dello Stato, nonostante i suoi consiglieri più stretti glielo avessero sconsigliato, ha deciso di scrivere una nota ufficiale per rispondere agli attacchi del quotidiano di Vittorio Feltri? Diverse le teorie, e anche le possibili risposte. C'è chi lo interpreta come la risposta che il presidente della Repubblica ha voluto dare dopo le polemiche sulla bocciatura del Lodo Alfano. C'è chi, invece, lo vede come una sorta di "ramoscello d'ulivo" verso il premier, dopo gli attriti dell'ultima settimana. Quel che è certo è che con questa mossa, Napolitano ha sicuramente voluto sgomberare il campo da ogni dubbio, mettendo così un punto fermo: nessun patto sul Lodo Alfano o sulla Consulta. Semmai, come di consueto, una collaborazione tra gli uffici della presidenza e dei ministeri competenti: «Prassi da lungo tempo consolidata di semplice consultazione e leale cooperazione, che lascia intatta la netta distinzione dei ruoli e delle responsabilità». La nota del Colle, tra l'altro di insolita durezza, di per sè rappresenta un'anomalia: è come se il Capo dello Stato avesse sentito la necessità di difendersi, sottraendosi a un'operazione di logoramento mediatico. Decidendo così di prendere posizione per smentire le interpretazioni giornalistiche del Giornale e, di conseguenza, intervenendo direttamente nella polemica politica. La nota non dice esplicitamente a chi è rivolta la precisazione. Fonti del Quirinale dicono che è impersonale ed è nata per evitare il diffondersi di insinuazioni e strumentalizzazioni e possibili inquinamenti del dibattito politico riguardo al ruolo avuto dal presidente della Repubblica nella delicata vicenda dello scudo processuale per le alte cariche dello Stato. Ma sembra evidente che sia nata in riferimento alle affermazioni ripetute più volte dal presidente del Consiglio e alle ricostruzioni fornite da alcuni quotidiani, in particolare dal «Giornale» che domenica scorsa, in un articolo del direttore Vittorio Feltri, ha parlato di «zampino del Quirinale sul Lodo» accreditando la versione di uno scambio, che sarebbe stato proposto nel 2008 dal Colle: l'abbandono del decreto legge che conteneva un emendamento blocca-processi in cambio dell'assicurazione che lo scudo processuale sarebbe passato. Il Quirinale ha esaminato la questione. Ha visto che ancora ieri qualche quotidiano rilanciava la versione Feltri, e ha deciso di tornare a mettere alcuni puntini sulle "ì". Se la nota del Quirinale possa o meno rappresentare una svolta nella vicenda Napolitano-Berlusconi, lo vedremo nei prossimi giorni. Nel frattempo, a sostegno del Quirinale interviene anche la leader degli industriali Emma Marcegaglia: «Bisogna rispettare Napolitano, perché rispettando lui si rispetta l'Italia».

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