«È davvero strano che l'autore sia un cittadino libico»
Edè «molto, molto strano» che sia stato proprio un libico a compiere un attentato a Milano, perché in Italia «i libici sono pochissimi e sono tutti molto ben piazzati nel mondo del commercio, in cui fanno grandi affari, oppure sono legati all'ambasciata». Insomma, «siamo davvero alla realtà che batte la fantasia». La notizia dell'attentato sorprende molto Angelo Del Boca, massimo esperto della storia del colonialismo italiano e, in particolare, della Libia e del colonnello Gheddafi, temi cui ha dedicato diversi libri. Game, continua lo storico, è un libico quantomeno atipico: «Da quello che si è capito abitava in case popolari, quindi non doveva essere molto ricco. Cosa strana, perché tutti i libici che io conosco in Italia sono nel commercio, nelle banche, nell'industria. Mi ha colpito che un libico vivesse in una casa popolare. È tutto strano. Ho anche il dubbio che non sia davvero libico». I libici in Italia non si contano sulle dita di una mano, ma quasi: «Credo - continua Del Boca - che non superino il migliaio, anche perché stanno benissimo nel loro Paese: fino a qualche tempo fa avevano persino il telefono gratis. Tutto mi sarei immaginato tranne che fosse un libico. E poi contro chi ha fatto l'attentato, contro l'Italia o contro il proprio Paese? Era un matto come si dice, oppure aveva un proponimento preciso, magari quello di dimostrare che l'Italia aveva fatto un cattivo affare ad allearsi anche politicamente con la Libia? Non lo so, bisogna procedere per supposizioni». Però, sottolinea, «c'è da sperare che non muoia». In ogni caso, prosegue Del Boca, «a quanto si capisce, non è un'operazione concertata con altri, perché la bomba era artigianale, è scoppiata solo in parte e lui ci ha rimesso la mano. Tutto sommato era un cretino: nel fare queste cose i libici sono anche molto più bravi, fanno cascare gli aeroplani», come è acaduto il 21 dicembre 1988 a Lockerbie. Ma in quel caso, continua Del Boca, «prendono degli specialisti». Fuori dai confini della Libia, spiega, «ci sono fuoriusciti per motivi politici, ma il gruppo più numeroso si trova negli Usa e ce n'è un altro a Londra. Se ne trovano un po' di meno da quando sono finite le sanzioni contro la Libia: arrivano meno aiuti, perché la Libia non è più sulla black list. Ci sono stati oppositori di Gheddafi anche in Italia: quando negli anni 70 Gheddafi mandava le sue squadracce ad eliminare gli oppositori, ci sono stati dei morti anche in Italia, a Milano e a Roma. Ma non saprei dire quanti ce ne siano oggi».