«L'opposizione è schiava di Di Pietro»
Quellidi Bersani, Franceschini e Marino sono stati tre discorsi collocati su dimensioni così lontane da non essere chiari né gli eventuali punti in comune né le ragioni del dissenso». Lo ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. «Si tratta — aggiunge — di tre posizioni autoreferenziali determinate, specie le prime due, quella di Bersani e di Franceschini, ad uno scontro di potere tra spezzoni contrapposti degli apparati nazionali e specialmente locali. Ognuna delle due posizioni in corsa per la segreteria ha organizzato pezzi provenienti dall'ex Pci e dall'ex Dc anche se poi l'origine di Bersani e di Franceschini dà il senso e il segno di quale sarebbe il riferimento storico prevalente a seconda della vittoria dell'uno o dell'altro. Nessuno dei tre ha delineato una piattaforma realmente e seriamente alternativa a Berlusconi e al centrodestra». «Anche da ciò — conclude Cicchitto — emerge la sensazione che la vera lotta a Berlusconi è abbandonata a Di Pietro, al partito "Repubblica", ad un nucleo di magistrati inquirenti e apparati statuali che la conducono con il ricorso a mezzi impropri che con la politica non hanno nulla a che fare».